Il grande caldo, causato dall’affondo ciclonico sul vicino atlantico e dalla contro-risposta del sub-tropicale, proprio all’altezza del mediterraneo, è in atto e sembra dover regnare per almeno una settimana. L’onda positiva che risale dall’entroterra africano, disposta da sud-ovest a nord-est, ed assai pronunciata per estensione e per valori barici, non può che collocare, sulle aree da essa interessate, una cappa di caldo e di stabilità atmosferica. Richiamo caldo e subsidenza completano il quadro di una situazione non proprio piacevole, al punto che diventa morbosa l’attenzione verso le mappe di previsione nella speranza di scorgere un cambiamento. Ebbene, al momento possiamo identificare l’inizio graduale di un certo miglioramento a partire dal prossimo fine settimana. Nulla a che vedere con raffrescamenti o cambiamenti drastici ma è un fatto che, in quei giorni, i valori barici in quota sembrano poter fornire un accenno di riduzione. Il ritiro della lingua di fuoco che risale dall’africa, pur se nel contesto di un regime termico al suolo ancora piuttosto inquietante, è comunque senzaltro da considerare come un progresso. Le linee rosso mattone e rossa (dalla situazione attuale a quella del prossimo fine settimana), rapppresentative di una isoipsa di riferimento (approssimativamente quella degli 5840 m), intendono simboleggiare detta evoluzione, non marcata ma, comunque, associata ad un certo rialzo barico in oceano e ad un accenno di ondulazione negativa in corrispondenza dell’europa occidentale. Il timido progresso suddetto potrebbe, quindi, in dirittura di fine decade, maturare ulteriormente, fino a risultare in un vero e proprio “reverse”, avvalendosi della progressione di un affondo più deciso, incalzante, e destinato al mediterraneo centro-settentrionale (vedi linea blu identificativa della medesima isoipsa). Tra speranza ed effettive risultanze modellistiche incrociamo le dita…