L’atlantico che si sostituisce alla fase subtropicale precedente è anche quello che, con un azzorriano ben presente in oceano, produce infiltrazioni come quella in atto, nelle vesti di un vortice in rapido transito da nord-ovest a sud-est. La fase del presente, che, oltre alle piogge ed alla instabilità relativa, ritocca al ribasso le temperature, sa molto, però, di temporaneo, a causa del fatto che, nuovamente, il medio termine tende a ridisegnarsi secondo i canoni degli affondi sul vicino oceano. Se le azzorre rimangono confinate molto a largo e la configurazione depressionaria delle latitudini settentrionali si abbassa a produrre un cavo d’onda a ridosso dell’iberia ecco che possono risalire le credenziali mediterranee del sub-tropicale, con gli esiti di un ritorno ad una fase di matrice pre-estiva. E questo è proprio quanto ci raccontano le analisi della settimana, descrittive della risalita, peraltro moderata, dell’alta pressione in una configurazione omega simile (il disegno indica la situazione in quota di giovedi-venerdi). Scontati il miglioramento e la evoluzione descritta merita poi verificare, guardando oltre nel tempo, quanto lo stesso sub-tropicale possa affermarsi ulteriormente oppure possa subire, almeno parzialmente, gli effetti del determinarsi di un regime sommariamente di tipo WR3 e teoricamente ad esso favorevole (bassa pressione estesa in atlantico) ma anche associato, in questo caso, a ritornante sud-occidentale umida non così alta in latitudine (frecce e linea). Tra le possibilità di una esplosione estiva ulteriore o di infiltrazioni instabili sud-occidentali, quanto meno sul nord-italia, la distanza non è poi così elevata, e sulle effettive tendenze della seconda decade sussistono incertezze in tal senso…