La via preferenziale dell’atlantico degli ultimi tempi è anche quella che devìa una diramazione del suo flusso principale in direzione di gibilterra e africa nord-occidentale. Le previsioni di giorni fa, che segnalavano, proprio per questo fine settimana, un cambio di detta circolazione a favore di uno sfondamento, sono state disattese proprio per la persistenza di detto tipo di flusso e per la resistenza oltre misura del promontorio africano. La strada meridiana che impantana le infiltrazioni oceaniche tra africa ed iberia, e che alimenta il promontorio africano in area mediterranea, disegna una configurazione bloccata, nella quale le stesse circolazioni depressionarie, in veste di vortice e/o cut-off, trovano ostacolo a procedere verso levante. Il confine orientale del sistema, che si distribuisce lungo i meridiani appunto, e che si colloca in posizioni più o meno spostate in longitudine rispetto alla penisola, rende ragione di una situazione nella quale, come nel caso di questi giorni, le regioni estreme occidentali (nord-ovest e sardegna) avvertono l’influenza della depressione, mentre tutte le altre maggiormente quella dell’anticiclone, della stabilità relativa, dell’aria mite o calda e dello scirocco con le tipiche velature del caso. Ma se lo sfondamento ed il cambio di circolazione annunciati si sono dissolti a colpi di anticiclone africano (situazione indicata dalle frecce rosse), questi sono, comunque, destinati, sia pur con netto ritardo, a maturare nel medio termine, e, indicativamente, nel corso della seconda parte della settimana, quando un ridisegno in pieno oceano forzerà la depressione afro-medtiterranea a muovere verso nord-est, ad investire la penisola ed a introdurre una fase più instabile ed occidentale (movimenti indicati dalle frecce trateggiate e nuova situazione indicata dalla freccia blu)…