Il break già ampiamente segnalato è prossimo e caratterizzerà una fase di generale raffrescamento associata a destabilizzazione. Nel complesso il medesimo si configura come una sfuriata e la tipica sfuriata che rompe la monotonia anticiclonica estiva. I soliti noti di un giornalismo o di servizi votati a fornire una informazione poco coerente con serietà e rigore parlano di una estate che piomba in autunno. L’informazione per come si deve non dovrebbe neanche rammentarla la parola autunno, perché non c’è e non ci sarà nessun autunno, né dal punto di vista della fenomenologia e né dal punto di vista della configurazione meteo. E, per fortuna, venendo alle espressioni pittoresche di tanti altri soliti noti, non ci sarà neanche il ritiro di caronte. Caronte direi di lasciarlo dove deve stare, e nella bella letteratura che conosciamo. Quello che lascia spazio ad altro, e temporaneamente, è, invece, volendo chiamare le cose con il loro nome e cognome, il dinamico sub-tropicale, prodigo nell’aprire all’irruenza di una saccatura in movimento nel letto di una vivace corrente ovest/est o nord-ovest/sud-est. L’affondo, dall’europa nord-occidentale, è, comunque, uno di quelli capaci di movimentare il quadro meteo su tutta la penisola, da nord a sud, con un transito di instabilità variamente distribuita, e con la possibilità di fenomeni localmente di una certa entità, in coerenza con la classica destabilizzazione o il classico break che nulla, però, ha a che fare con fisionomie di tipo autunnale. Le prospettive che riguardano il dopo, inquadrabile tra fine prima ed inizio seconda decade, sono poi quelle di una ripresa, che, alla luce di quanto offrono i modelli, potrebbe finire per essere di un certo rilievo, con una rimonta anticiclonica apprezzabile e coerente con l’ipotesi del ritorno ad un discreto caldo. In questo ambito, per le speranze dei freddisti, rimane solo un piccolo spiraglio, che è quello rappresentato dalla possibilità che la rimonta medesima presenti una spinta meridiana un pò spostata ad ovest e tale da dare respiro ad una circolazione fredda in quota sull’europa orientale, magari capace di allargarsi un pò verso occidente. Ma si tratta di una prospettiva che, per quanto non da escludere, al momento rientra assai poco nel quadro di quelle a maggiore dose di probabilità. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 7/8, ed a quando la saccatura si sarà spostata ad est sui balcani, sostituita da franche e miti correnti nord-occidentali o settentrionali, mentre la simbologia serve a rappresentare, per grandi linee, l’evoluzione successiva, governata essenzialmente dal ritorno del sub-tropicale, in un contesto in cui, comunque, sarà da esaminare l’esatta fisionomia di detta rimonta nonché il comportamento complementare di una eventuale vorticità sull’est europeo…
Pierangelo Perelli