La recente sferzata artico-continentale, in dissipazione energetica sotto forma di vento prima che di precipitazioni, ha lasciato, per eredità, un flusso orientale, alimentato dalla classica persistenza di un nucleo depressionario sul basso mediterraneo. Un corso antizonale delle basse latitudini come questo si colloca, classicamente, al di sotto rispetto ad uno zonale che fluisce in modo significativo alle latitudini del nord europa. La fascia alto-pressoria che li separa si distende lungo i paralleli e rende estranei i due flussi fino a che non interviene un cambio nella dinamica della circolazione. Questo mese, però e per il momento, ha deciso di dare credito a questo tipo di situazioni, proponendo evoluzioni di configurazione decisamente contrarie alle possibilità di franche ed incontrastate vie oceaniche. Diventano allora prevedibili, pur nell’ambito di contesti barici da via di mezzo, fasi climatiche da primavera non cosi esplosiva e mite, proprio a causa di queste infiltrazioni fresche orientali. Di fatto, in dirittura di metà mese, e per come indicato dalla figura e dalle frecce, la deviazione del getto verso le latitudini del nord europa tenderà ad intensificarsi, con il conseguente rinforzo di un’alta pressione continentale scandinava e con il determinarsi di un vero blocco in veste di dipole o di omega. Con il flusso atlantico spinto verso nord e verso la scandinavia il mediterraneo non può far altro che subire gli effetti di moderate ritornanti fresche balcaniche, con la possibilità anche di estensioni retrograde depressionarie. In più dette estensioni possono poi entrare in interazione con deboli infiltrazioni atlantiche delle basse latitudini che in situazioni del genere si creano per effetto tunnel…