LE PORTE DI BOLOGNA – Punto d’incontro ideale tra la Città e il territorio circostante, le dieci porte della città che si incontrano percorrendo i viali di circonvallazione di Bologna furono incastonate fino a poco più di un secolo fa nella cosiddetta “terza cerchia”, progettata e tracciata nei primi decenni del Duecento e demolita all’inizio del Novecento. Porta Sant’Isaia e Porta San Mamolo non sono più esistenti mentre Porta Castiglione, Porta Santo Stefano, Porta Maggiore, Porta San Vitale, Porta San Donato, Porta Mascarella, Porta Galliera, Porta Lame, Porta San Felice e Porta Saragozza sono quanto resta della cinta che per sette secoli avvolse la città conferendole una forma stabile.
CASTELLO DI BENTIVOGLIO – Il castello fu edificato da Giovanni II Bentivoglio fra il 1475 e il 1481 di fianco alla Rocca, quest’ultima fatta costruire nel 1390 dal Comune di Bologna con fini strategici: nel torricino vi erano infatti la campana d’allarme e il braciere per le segnalazioni destinate a Bologna e altri luoghi. Il castello fu adibito da Giovanni II a dimora di svago e di caccia, la Domus Jocunditatis, come si leggeva nella decorazione pittorica della corte, era usato per brevi soggiorni e adatta ai divertimenti della corte bentivolesca.
VILLA SMERALDI – SAN MARINO DI BENTIVOGLIO – A 15 km da Bologna, a San Marino di Bentivoglio nel cuore di un parco storico all’inglese, l’ottocentesca Villa Smeraldi è sede dal 1973 del Museo della civiltà contadina. Oltre 2000 mq di esposizione e 4 ettari di parco offrono al visitatore una testimonianza unica sul lavoro e sulla vita nelle campagne tra Otto e Novecento: la sezione dedicata alla canapa è la più importante in Italia.
DOZZA – Il Borgo Medievale di Dozza, uno dei cento “Borghi più Belli d’Italia”, si trova a sud di Bologna, a 6 km da Imola ed è posto sul crinale di una collina che domina la valle del fiume Sellustra e scende dolcemente verso la via Emilia. A Dozza, l’arte si fa paesaggio urbano ed arreda i muri delle case, le strade e le piazze, inondando di luce e stili diversi ogni angolo ed aprendosi a squarci di colori improvvisi. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto, in cui si possono ammirare oltre un centinaio di opere realizzate da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea. All’interno della Rocca sono conservati gli affreschi e i bozzetti delle opere su muro esposti nel Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto.
CASCATA E GROTTA DI LABANTE – Labante si trova nella Valle dell’Avena, e mostra le due belle chiese d’impianto seicentesco di Santa Maria e San Cristoforo. Nel medioevo Labante apparteneva ai signori di Roffeno, i quali facevano parte della consorteria dei nobili del Frignano. Nei pressi del paese si trova la Grotta di Labante: si tratta della più grande grotta primaria nei travertini d’Italia, e forse una delle più grandi del mondo, posta in uno splendido contesto naturale.
CHIUSA DI CASALECCHIO DI RENO – La Chiusa di Casalecchio è posta quasi alla metà del corso del Reno, cioè ad 83 chilometri dalla sorgente (che è sul Monte delle Piastre, in località Pruneta, a 900 mt slm.) ed a 128 chilometri da Torre di Primaro, dove il fiume sfocia in Adriatico, dopo aver attraversato le pianure di Bologna, Ferrara e Ravenna. Ancora oggi l’imponente sbarramento del Reno e le poderose muraglie che sostengono il canale suscitano ammirazione in chi guarda, ma ancora maggiore è la meraviglia se consideriamo che quella di Casalecchio è la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione ed utilizzata in maniera continua ed ininterrotta. Simbolo dell’energia motrice che ha permesso alla città di Bologna e alla sua pianura di crescere rigogliosa, ha assunto anche un valore simbolico di altrettanta forza ed importanza, diventando nel 2011 patrimonio dell’Unesco quale simbolo di una cultura di pace a favore dei giovani.
COMPRENSORIO DEL CORNO ALLE SCALE – APPENNINO BOLOGNESE – L’area protetta tutela un prezioso territorio montano, nel quale si ergono alti e maestosi i rilievi da cui originano le valli dei torrenti Dardagna e Silla. L’imponente dorsale del Corno alle Scale (1944 m), la cima più alta del Parco e di tutto l’Appennino Bolognese, costituisce l’asse centrale dell’Area protetta. La varietà degli ambienti e la complessità del paesaggio, nel quale si alternano praterie d’alta quota, boschi, zone coltivate, impluvi e spartiacque favorisce un’estrema ricchezza floristica (oltre 1.000 specie), con numerose entità appenniniche rare dalle magnifiche fioriture, di cui alcune, caratteristiche dei rilievi alpini, raggiungono nel Parco il loro limite meridionale di distribuzione.
LA VIA DEGLI DEI – La Via degli Dei, percorso ideato alla fine degli anni ’80 del ‘900 da un gruppo di escursionisti bolognesi, ricalca prevalentemente gli antichi tracciati, tra Monte Bastione e Monte di Fo’, passa accanto ad alcuni pregevoli basolati della strada romana, ora riscoperti. La Via degli Dei oggi è diventata una delle principali attrattive turistiche dell’Appennino: numerosi amanti del trekking e della mountain bike ripercorrono questo pezzo di storia gustando a pieno la bellezza incontaminata di questi luoghi. L’intera traversata da Bologna a Firenze – che non presenta grandi difficoltà – si può compiere in quattro/sei giorni o più a piedi (a seconda dell’allenamento e dell’abilità del camminatore), oppure in due/tre giorni o più in bicicletta.
VILLA GRIFFONE- PONTECCHIO MARCONI SASSO MARCONI – Residenza principale della famiglia Marconi, da metà Ottocento. Proprio a Villa Griffone Gugliemo Marconi allestì il suo primo laboratorio e realizzò i suoi primi esperimenti di radiotelegrafia (1895), come riportato anche nella lapide collocata sulla facciata della villa. Marconi proseguì le sue esperienze principalmente nel Regno Unito dove sviluppò il suo sistema di telegrafia senza fili, che poi diffuse progressivamente su scala mondiale. In oltre 40 anni di attività scientifica e imprenditoriale, Marconi divenne simbolo vivente delle radiocomunicazioni. Il sottostante Mausoleo di Guglielmo Marconi, ispirato alle tombe etrusche e affiancato da due scale che salgono alla villa, è opera dell’architetto Marcello Piacentini. Le spoglie dello scienziato furono trasportate al Mausoleo con cerimonia solenne nel 1941. L’intero complesso è monumento nazionale. Alla morte dello scienziato nel 1937, la Villa divenne sede della Fondazione Marconi, costituita nel 1938 per tenere vivo il ricordo storico e scientifico del grande inventore.
MUSEO FERRUCCIO LAMBORGHINI – Inaugurato nel 2001 in un ambiente molto suggestivo, il Museo ripercorre la vita del fondatore del marchio bolognese, Ferruccio Lamborghini, nato e cresciuto in provincia di Ferrara dove fin da giovane coltiva la passione per i motori. Voluto dal figlio Tonino in onore del padre dopo la sua morte, il Museo è attualmente gestito dal nipote di Ferruccio, Fabio Lamborghini, e ospita tutti i prodotti delle industrie Lamborghini, dai trattori alle auto: la Miura SV, appartenuta a Ferruccio in persona, la Countach, la prima Carioca realizzata attorno al 1946, molti prototipi tra cui quello raro della 350 GTV e l’elicottero e l’imbarcazione con motore Lamborghini.
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