ROMA E NAPOLI PARALIZZATE DA VIOLENTE BUFERE DI NEVE
Centinaia di feriti ricoverati negli ospedali per cadute – Scomparsi i taxi nella capitale,
dove solo gli ospiti russi si sono trovati a loro agio – Colonne di automezzi militari ed elicotteri
in soccorso dei centri isolati – Viveri e indumenti offerti dall’esercito americano.
Roma 10 Febbraio 1956
Una città fiabesca, in tutto degna di una città nordica, apparsa oggi Roma, per una sconcertante nevicata che, iniziatasi stamane molto presto, è durata, salvo brevissime interruzioni, fino a notte inoltrata.
La neve è caduta come da anni qui non avveniva, una vera e propria bufera mulinata a tratti dal vento,
che in poche ore ha paralizzato la vita della città rendendo pericolose le strade, mutando il volto delle sue grandi piazze, dei suoi giardini, delle sue secolari architetture.
I buoni Quiriti dicono che a portare la neve e il freddo sono stati i russi arrivati ieri.
Il centinaio di sovietici in gita non hanno infatti sospeso, a causa del maltempo, il loro programma di visite.
Con i berretti di pelo e i cappotti imbottiti, ma soprattutto con la loro provata abitudine alle temperature rigide, si trovano anzi benissimo.
La neve ha provocato numerose cadute.
I feriti che sino ad ora si sono presentati nei vari ospedali, sono saliti a circa 200; quasi tutti
hanno riportato lesioni e fratture varie.
Continua frattanto ininterrotta l’opera dei vigili che hanno rimosso decine di automobili
che intralciavano il traffico, che è parzialmente paralizzato.
E’ impossibile trovare un tassì, alcuni autobus e filobus delle linee che percorrono le strade di maggiore
pendenza sono stati ritirati dalla circolazione, si telefona con difficoltà e spesso non si telefona affatto
per il sovraccarico delle linee.