Il più classico degli autunni perturbati ed atlantici sta maturando sulle prossime ceneri di un contesto sud-occidentale semi-bloccato ed insidioso nel favorire lo sviluppo di sistemi nuvolosi stazionari in rapporto alla traslazione ovest-est. Non cerchiamo, però, tutta la responsabilità delle recenti alluvioni nelle piogge, si abbondanti, ma, di certo, tuttaltro che strane o anomale per il periodo. Anche il fatto che ad ogni peturbazione si crei un super allarme e sembri che stia per arrivare una guerra non mi pare particolarmente normale. Si cominci a guardare, piuttosto, una volta per tutte, allo strazio di un territorio dove l’acqua non sa più dove andare. Come detto in precedenza l’affondo in atto non vivrà la stessa sorte del precedente, perché incalzato da ovest e, pertanto, tendente ad appiattirsi maggiormente lungo i paralleli per dar luogo ad una configurazione, si variabile/perturbata, ma più occidentale e a spinta più energica nei confronti del promontorio orientale. La situazione di metà settimana, illustrata dal disegno, nel riferire di questo contesto, è emblematica. Si vede come il flusso perturbato atlantico, mosso da un getto ondulato ed incalzante (frecce blu), spinge verso oriente ad infiltrare il mediterraneo centro-settentrionale e a produrre maltempo o variabilità secondo il più classico degli schemi autunnali piovosi dettati dall’atlantico. Ed in fondo, anche la relativa resistenza a oriente, che frena lo stesso oceano alle medie latitudini del continente, non è poi cosi strana. E il freddo? Beh, il freddo, rispetto ad una situazione del genere, è lontano anni luce e se ci spingiamo ad esaminare i forecast modellistici o certi forecast modellistici, considerando anche poi che su certe distanze temporali il limite tra realtà e fantasia diventa sfumato, una prima possibilità di freddo, di matrice orientale per effetto di retrogradismo, non la ritroviamo prima di una quindicina di giorni (ipotesi simboleggiata dalla linea trateggiata)…