Il freddo possibile che si prospetta tra la fine della seconda decade e l’inizio della terza, o giù di lì, non deve certamente far gridare all’era glaciale. Nulla di eclatante e, semmai, uno di quegli afflussi freddi che, al periodo, non sono poi così estranei. Peraltro la notizia acquisisce enfasi per il fatto che, sinora, il mese ha regalato tempo mite e correnti sciroccali che hanno mantenuto la temperatura sopra la media. Da qualche giorno i modelli indicano una evoluzione che vede l’affermazione di alte pressioni su nord europa ed alte latitudini, così da far ritenere possibile, effettivamente, una fase fatta di correnti fredde orientali, con una espressione sia termica che dinamica. Confinamento del VP verso nord e nord-ovest, blocco delle correnti atlantiche e richiamo in retrogressione di saccatura dall’europa nord-orientale od orientale, sono elementi che fanno parte del quadro. Detta evoluzione è destinata a passare, prima, da una affermazione sub-tropicale mediterranea stabilizzante e, successivamente, da una fuga anticiclonica verso nord in grado di configurare una bella cellula di alta pressione tra isole britanniche e scandinavia. L’evento non è cosa da poco perché tende a caratterizzarsi come un vero e proprio split di chiusura per il ramo canadese e di apertura per quello asiatico. Non stiamo parlando, certamente, né di un sostenuto afflusso siberiano e tanto meno di burian, ma appare evidente la possibilità di una, più o meno duratura, infiltrazione da levante, in veste di sacca o polo freddo anche in quota. Il disegno descrive la situazione prevista nell’immediato inizio di terza decade, mostra, con la simbologia delle linee rosse e dei numeri annessi, la progressione verso nord del subtropicale nel periodo che va da oggi al giorno 19, e mostra il richiamo di aria fredda continentale, ben definito ed in estensione verso occidente alle basse latitudini…
Pierangelo Perelli