L’estate del sub-tropicale, a lungo refrattario nei confronti di ogni tentativo oceanico di introdurre elementi di variabilità, mostra ora segni di minore resistenza. Segni di questo tipo, d’altra parte, rientrano, perfettamente, nella norma stagionale del periodo. Nulla a che vedere con interruzioni dell’estate o similari, ma molto con la possibilità di una maggiore variabilità e di una maggiore frequenza di affondi atlantici e di configurazioni meno conformi all’estate incorruttibile del sub-tropicale e dell’africano. Dopo il break di questi ultimi giorni, inevitabilmente foriero di temporali e manifestazioni temporalesche localmente di forte intensità ma anche irregolarmente distribuite per come è tipico delle perturbazioni di questo periodo, l’anticiclone può riprendere il suo corso introducendo, a partire da una fase più fresca e limpida nord-occidentale, tutti gli elementi tipici della stagione. Anzi, la sua nuova espansione può, proprio nel corso della settimana ed intorno al ferragosto, ripristinare, seppur in una forma meno estrema o più regolare rispetto al passato recente, condizioni di caldo. Stavolta, però e per fortuna, non sembra che la spinta africana, incalzata da un certo forcing zonale, abbia la possibilità di ritornare sui suoi passi. Sembra invece, a dimostrazione che davvero la seconda parte del mese sia in grado di presentarsi con elementi di maggiore dinamismo e variabilità, che una nuova ondulazione del flusso dominante ovest-est possa replicare, e a distanza di circa una settimana, le condizioni di un affondo depressionario. La discesa, in corrispondenza dell’area mediterranea e della penisola balcanica, del fronte polare in forma di una ben delineata saccatura, e la contemporanea risalita delle azzorre verso nord o nord-est, rappresentano, infatti, chiari elementi di una nuova possibile ondata di instabilità, inquadrabile intorno al fine della prossima settimana. Non solo. Se è vero che l’obiettivo della stessa azione può non essere il mediterraneo centro-occidentale ma piuttosto quello centrale o centro-orientale, stavolta potrebbe, però, la stessa sacca, sotto l’effetto di una rimonta verso nord-est del getto e dell’anticiclone atlantico, invorticarsi in corrispondenza dell’europa centro-orientale, e, perché no, acquisire una certa propensione retrograda o, quanto meno, proporre alla penisola gli effetti di ritornanti o assi di saccatura secondari in movimento da nord a sud, associati alla rotazione dell’area ciclonica. Il disegno vuole indicare la situazione possibile in quota che alcuni modelli prevedono intorno ai giorni 18-19 agosto, mentre le linee e le frecce vogliono indicare l’evoluzione descritta ed immediatamente successiva, ovvero la rimonta delle azzorre verso le isole britanniche ed il nord europa (freccia rossa), lo scivolamento della saccatura atlantica verso sud o sud-est (freccia blu e linea blu rappresentativa di una isoipsa di riferimento) ed il suo successivo invorticamento con maturazione di relativo cut-off (freccia viola e linea viola rappresentativa della stessa isoipsa)…