Le recenti piogge di nuovi disegni barici che hanno, prima riaperto le porte dell’atlantico, e poi introdotto la instabilità di una corrente settentrionale tuttora in atto, hanno dato fine alla siccità e segnato il corso di una stagione andata in sofferenza ma diventata beneficamente variabile e, a tratti, piovosa. Stavolta, infatti, la recente parziale chiusura della porta occidentale ad opera della rimonta meridiana azzorriana, non è coincisa con l’affermazione di alta pressione sul mediterraneo da occidente, ma con l’instaurarsi di una retrogressione fresca continentale, ravvivata, nella sua instabilità, da una moderata componente umida infiltrante da ovest o nord-ovest, in grado di aggirare l’ostacolo anticiclonico. La medesima situazione può essere spiegata anche ammettendo la rimonta dinamica sin sulla scandinavia a generare il classico contesto scand+ e l’associato flusso antizonale in grado di muovere verso l’europa centro e sud-occidentale. Da cui la destabilizzazione mediterranea e la conseguente ciclogenesi intrinseca con raffrescamenti. Con la persistenza di un tale disegno, per alcuni giorni almeno, detta situazione tenderà a persistere, con la possibilità di una recrudescenza della instabilità a distanza di 48 ore e quando un nuovo nucleo freddo in quota, proveniente dal continente, sarà in grado di proporsi ai nostri mari, in discesa dall’europa centro-occidentale. Il medesimo, tuttavia, potrebbe risultare di chiusura e, dopo aver attraversato, da nord a sud, l’area mediterranea, dileguarsi verso est a lasciare il posto, gradualmente, all’alta pressione atlantica. Di fatto la prima parte della settimana sembra poter dettare la storia di una nuova tendenza, con riapertura all’ovest e, almeno in una prima fase, con stabilizzazione. Ho disegnato la situazione prevista, in quota ed al suolo, per il giorno domenica 14 aprile, con il nuovo minimo barico in azione ed in arrivo da nord; e ho voluto rappresentare, con le linee e le frecce grandi, la tendenza successiva, costituita dalla riapertura del continente all’oceano, e con lo spostamento graduale dei centri barici verso levante…
Pierangelo Perelli