L’esaurimento della configurazione ciclonica mediterranea, foriera di un modesto richiamo di correnti più fredde orientali, è andato maturando secondo la logica delle retrogressioni destinate al rientro in atlantico. Il relativo aggancio si inquadra nella intraprendenza di una saccatura oceanica, di matrice polare marittima, in grado di produrre un rapido transito prossimo sulla penisola. Poi, a guidarci in direzione di fine decade, sarà l’ormai familiare, anche nella stagione invernale, anticiclone supportato dal ramo afro-mediterraneo del sub-tropicale. Una evoluzione questa, certamente poco gradita ai freddisti, e foriera di quel tempo da temperature sopra la media, soprattutto oltre una certa quota ed a quelle quote esenti da nebbie e raffreddamento da irraggiamento. Quando saremo intorno al giorno 18 la situazione generale sarà, probabilmente, quella del disegno, in cui è ancora ben apprezzabile il ruolo di protagonista svolto dal promontorio del sub-tropicale. Saremo, però, ed altrettanto probabilmente, all’inizio di un cambiamento contestualizzabile in un certo ritiro dello stesso promontorio, in un trasferimento graduale dei massimi verso ovest e verso l’atlantico, e con la possibilità che detta nuova fase risulti associata ad una certa destabilizzazione per settentrionalizzazione ed ingresso di correnti più instabili settentrionali o nord-occidentali (vedi simbologia). Inutile addentrarci oltre e nel tempo che potrebbe fare a natale o nel corso delle feste perché è veramente troppo presto e, nel merito, non ci sono ancora indicazioni chiare ed omogenee da parte dei vari istituti…
Pierangelo Perelli