A distanza di alcuni giorni gennaio ripropone un afflusso artico-continentale deviando il tiro più ad occidente indirizzando lo stesso afflusso in modo più diretto sull’italia e sul mediterraneo
Piuttosto che un persistente blocco anticiclonico le azzorre hanno deciso di sviluppare periodiche estensioni meridiane destinate, in progressione, al nord-atlantico, all’artico marittimo e all’artico-continentale, secondo pulsazioni che, nella sostanza, finiscono comunque per disegnare una stagione assai improntata al settentrione ed al vero inverno.
La tendenza dell’artico a scavare più a nord e ad occidente, a partire da questo fine settimana, produrrà la classica depressione mediterranea associata ad una prima diramazione della sacca fredda artica e poi a successivi richiami freddi in quota. Il disegno si riferisce ai primi giorni della settimana, e da l’idea, in un contesto di blocco anticiclonico disposto da sud-ovest a nord-est, della recrudescenza artico-continentale prodotta dal richiamo di un significativo blocco freddo in quota, capace di raggiungere il mediterraneo settentrionale sino ai bacini occidentali e di rinvigorire ed approfondire la medesima depressione centrata sul tirreno centro-meridionale.
La struttura tipica dei sistemi attivi ed in maturazione come questo è destinata a coinvolgere, con un tempo freddo ed instabile, buona parte della penisola, segnatamente le regioni centrali, meridionali, l’adriatico ed il nord-ovest. Naturale anche la successiva stagnazione da evoluzione in “dipole”, con successivo indebolimento della depressione ma sempre in un contesto di relativa persistenza nonché di distribuzione dei fenomeni e del minimo ciclonico non di facile previsione.
La settimana, pertanto, potrà, più o meno in gran parte, essere segnata da una fase invernale e relativamente instabile, con, poi, un finale evolutivo rappresentato da progressivo colmamento e fuga del polo freddo verso occidente…