Per come già indicato in precedenza le prospettive della evoluzione meteo a livello euro-atlantico sono quelle di un ritorno allo zonale. Le mosse che coinvolgono il periodo 15-20 in tal senso, espresse dai vari modelli, sono eloquenti. Nel frattempo il flusso orientale degli ultimi giorni andrà sfumando sulla base di un trasferimento verso ovest dei massimi barici delle medio-alte latitudini; quindi, a seguire e a dispetto di un disturbo del vortice polare di metà mese ancora di una certa entità, andrà ricostituendosi la fascia depressionaria atlantica che coinvolge la basse latitudini del continente con le sue correnti occidentali. Di fatto a metà mese il profilo su scala emisferica del vortice polare segnala una discreta estensione anticiclonica dinamica in sede atlantico-groenlandese, e, seppur con valori barici meno elevati, sino ad aree polari. Ma si tratta di un disegno assai temporaneo e tendente a dissolversi. La dinamica evolutiva vede, infatti, il VP lobo euro-asiatico allargarsi verso ovest sull’oceano per entrare in fase con il forcing ovest-est associato al VP lobo oceanico, secondo una delle dinamiche più classiche e frutto del forcing zonale, appunto. Nulla di più tipico e tra le evoluzioni più frequenti del caso, tale da offrirci il tempo che viene dall’atlantico, evidentemente poi più o meno variabile, perturbato o anche relativamente stabile, a seconda delle caratteristiche delle ondulazioni che coinvolgono il corrispondente flusso ovest-est…
Pierangelo Perelli