Quello che non è riuscito e che non riuscirà a combinare, in termini di clima più invernale che autunnale, il polo freddo attualmente in azione tra francia, italia settentrionale e area ligure-tirrenica, potrebbero produrlo impulsi ulteriori e successivi ad inizio terza decade. Il sistema attuale corrisponde ad una circolazione ciclonica ben strutturata in quota che tende a sfondare ma anche a scivolare in senso semi-retrogrado verso baleari e mediterraneo sud-occidentale. Nel complesso detta azione si configura con il disegno delle depressioni mediterranee incastonate e, pertanto, poco aperte al freddo del nord-est o dell’est, nonché con il disegno di un contesto generale solo temporaneamente meridiano. Tant’è vero che la stessa circolazione sarà gradualmente sostituita, verso fine decade, da un classico cuneo anticiclonico oceanico ristabilizzante (vedi freccia rossa tratteggiata in trasparenza). La stessa azione stabilizzante potrebbe, tuttavia, essere di breve durata sulla base di un repentino rialzo barico meridiano in atlantico, tutto da verificare nei suoi non impossibili risvolti freddi per i nostri mari. L’esperienza ci insegna che assumere per certe o per molto probabili proiezioni di medio-lungo è sempre assai azzardato, per cui, e come sempre dico, è bene renderle oggetto di osservazione ed analisi ma anche considerarle come ipotesi tra le ipotesi. Ma va anche detto che non è da oggi che i modelli, a fasi alterne, vedono consolidamenti barici di segno meridiano in oceano, più o meno inquadrabili nell’arco della seconda metà del mese. Non vedono per niente aperture franche alle perturbazioni che arrivano da occidente, ma vedono, appunto, sbarramenti e chiusure, di certo potenzialmente non estranee alla possibilità di irruzioni su europa e su mediterraneo. Da qui a dire che ad inizio terza decade avremo sicuramente un cambio generale della fisionomia a favore di dette irruzioni ce ne corre; ma non possiamo neanche nascondere che un pò tutti i vari modelli vedono, per quei giorni, spinte anticicloniche verso l’islanda e conseguenti spinte fredde settentrionali in sede continentale, magari disposte a longitudini conformi a discese fredde anche sull’italia. E parlo di longitudini conformi giacché, in questi casi, si tratta sempre di vedere quanto l’eventuale rimonta barica non si struttura troppo anche verso est, così da aprire alle correnti fredde con modi più generosi. Il disegno, con il supporto di tutto il resto della simbologia, mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 20/21, ed è eloquente nel segnalare la rimonta di un blocco in oceano e la conseguente discesa fredda dai mari del nord, potenzialmente in grado di spingersi, magari con una diramazione, sino sul mediterraneo…
Pierangelo Perelli