Paganella — 16 Dicembre 2013



PERDITE ENORMI

15 FEBBRAIO 1956

Nelle regioni dell’Italia settentrionale i danni causati dalle eccezionali basse temperature non sono per ora valutabili, sia pure con approssimazione, occorre attendere il disgelo per vedere lo stato delle colture erbacee ed arboree.
In Liguria però sono stati riscontrati sulle colture floreali gravi danni ammontanti ad oltre due miliardi di lire, altri danni non ancora precisati si sono avuti su altre piante ornamentali, sulle colture orticole e sugli olivi.
L’azione deleteria della neve e del gelo è stata notata specialmente nelle regioni centro – meridionali e nelle isole, perché l’eccezionale stagione ha colto il grano in anticipato sviluppo, gli erbai invernali e tutte le produzioni orticole, i mandorli in fiore, gli agrumi – specie i limoni e gli stessi aranceti con i frutti attaccati alle piante – causando danni veramente enormi che si ripercuoteranno anche nelle prossime annate, ed in certe località non verrà diminuito soltanto il reddito, ma colpito anche il capitale perché alcune piantagioni dovranno essere sostituite.
Solo nel Lazio si calcolano tre miliardi di danni per la coltura del carciofo.
Anche gli olivicoltori sono stati nuovamente provati, perché oltre alla perdita dei 50 miliardi di prodotto avuta lo scorso anno a causa della mosca delle olive ( 40% del raccolto ), in questi ultimi 15 giorni le piante sono state sbrancate, guastate e anche divelte, con perdita del prodotto.
Purtroppo si può dire che ogni anno l’agricoltura p colpita da avversità meteoriche: infatti alle piogge del 1954 seguì la siccità del 1955 ed ora la neve ed il gelo.
L’esercizio dell’agricoltura avviene all’aperto, sotto la cappa del cielo, quindi tali avversità si debbono subire con rammarico e con una certa rassegnazione: in questi ultimi tre anni le imprese agricole hanno già dovuto camminare sul filo del rasoio perché i bilanci sono stremenziti i redditi inadeguati e le difficoltà in cui si dibattono gli agricoltori per i mercati, per i prezzi, per gli oneri fiscali e per gli aumenti dei costi di produzione e il blocco dei prezzi dei prodotto, ecc, sono ben conosciute dagli organi governativi ed ormai anche dalle altre categorie produttive.
La precarietà dei bilanci agricoli è tale che basta una minima calamità nella produzione per abbattere moralmente e materialmente gli imprenditori.
In molte aziende l’avversità stagionale di quest’anno porterà squilibri economici non facilmente colmabili.
Recentemente le associazioni agricole sindacali – particolarmente l’On Bonomi – hanno indirizzato una interpellanza al Ministero dell’Agricoltura affinchè predisponga dei provvedimenti urgenti per le zone maggiormente colpite e nel contempo gli Ispettorati agrari completino le indagini in corso in ogni provincia per determinare l’entità dei danni causati da queste avversità.
Tali rilievi metteranno in luce non solo i danni causati alle colture in questi giorni e quelli conseguenti che verranno riscontrati con la scomparsa della neve, ma gioveranno a porre chiaramente in evidenza all’opinione pubblica ed ai competenti uffici ministeriali che l’esercizio dell’attività agricola va soggetto annualmente a perdite non indifferenti, delle quali non si tiene sufficientemente conto nella determinazione dei costi di produzione dei prodotti e nel calcolo dei redditi delle imprese agricole.

Carlo Rava

 

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