Meteo e climatologia insegnano che quanto si svolge in stratosfera ha certamente influenza in troposfera e viceversa..
Ma che, nel contempo, a dispetto di eventi anche drastici (warming, cooling), non si hanno conseguenze scontate o facilmente prevedibili.
Se, di fatto, un consistente stratwarming, può essere all’origine di disturbi del vortice polare troposferico tali da produrre massive irruzioni, occorre ammettere che: primo) dette irruzioni si localizzano su scala emisferica solo in certe aree; secondo) non necessariamente uno stratwarming sfocia in disturbi del vortice polare troposferico.
L’evidente stratwarming (vedi ai 30 hPa) che ha interessato il comparto euro-asiatico negli ultimi tempi, ad est, potrà anche avere effetti a distanza ma sta di fatto che, a quasi tutto il mese, non si evidenziano, e su scala emisferica, perturbazioni del fronte polare di segno estremo. Rimanendo nel merito dell’attuale, fa cronaca, al contrario, un VP in perfetta salute, assai restio, almeno per una decade, a frammentazioni e similari.
Di fatto un ritorno eventuale dell’inverno sembra tuttora assai lontano e, tuttalpiù, ancorato alla possibilità di una oscillazione abbastanza ampia, ma anche mobile, inquadrabile nei giorni di fine mese (il disegno illustra la situazione prevista in media troposfera intorno al 26-27 febbraio). Se, come dicono alcuni modelli, tale oscillazione, potrà rappresentare il prologo di qualcosa di ben più consistente in sviluppo nel corso dei primi del mese successivo, lo vedremo.
Marzo è un mese in cui i ritorni di inverno, eccome, non sono certamente improbabili. Ma è altrettanto chiaro che, ad oggi, nulla si può dire di concreto in proposito…