L’inverno che decide di fare l’inverno non può essere un fatto eclatante. Per di più se il medesimo fatto presenta contorni poco marcati e si configura come una normalissima fase semi-perturbata e con relativi naturali raffreddamenti. Ci si interroga sul seguito dell’inverno ma non credo si possa andare, nello scrutare il futuro, molto oltre la fine del mese. Tra dubbi e certezze è, senzaltro, oramai certezza, il cambio di circolazione dei prossimi giorni ed il ritorno di una fase decisamente più in sintonia con il periodo. E normalità per normalità il trend della fase suddetta è proprio il più classico degli affondi polari marittimi, sostenuti da un forcing nord-ovest/sud-est e destinati a maturare in area depressionaria mediterranea. Le prime avvisaglie del cambiamento sono in atto e legate alla prima fase discendente di una saccatura, inizialmente assai moderata ma, più avanti nel tempo e ad inizio di terza decade, in grado di attirare un più significativo polo freddo, certamente di un certo interesse. La strada fisiologica di questo tipo di situazioni (indicata dalla simbologia blu), connaturata alla discesa del forcing intrinseco ed alla rotazione antioraria del suo asse, risiede, quindi, nello sviluppo di un’area depressionaria, più o meno estesa e profonda, e più o meno stagnante. Da qui la possibilità che nei giorni intorno alla metà della terza decade (e il disegno si riferisce alla situazione del 23/24) un sorta di configurazione simil rex-blocking, anche se, in verità, non così solida, possa attirare temporanee masse fredde continentali e faccia assaporare la pungente aria balcanica. Per il seguito poi, e confermo quanto detto in precedenza, nei giorni di fine mese, tutti i giochi sembrano, ancora e tuttora, favorevoli alla ricucitura dello strappo e all’allontanamento delle ipotesi fredde…