Editoriali Slider — 17 Dicembre 2019

In un contesto di assoluta incertezza per quanto riguarda il lungo termine siamo, invece, abbastanza sicuri di dover sopportare, per almeno ancora una settimana, la fisionomia di un tempo oceanico mite, addirittura sud-occidentale in una prima fase e poi decisamente occidentale in una seconda. Detta prima fase è quella che ci porta all’inizio del fine settimana, caratterizzata da una configurazione sciroccale con depressione in risalita da gibilterra ed in lento spostamento verso nord-est; la seconda è quella del ripristino della perfetta zonalità associata ad un teso flusso umido atlantico e valida per almeno 2-3 giorni. Le prospettive di un certo cambiamento, seppur non eclatante, ce le promettono, quindi, proprio i giorni delle festività, quasi sicuramente associabili allo sviluppo di un promontorio frenante per il flusso oceanico, e, meno sicuramente, ad uno sviluppo in grado di determinare per l’italia un richiamo più fresco continentale. La frenata del flusso atlantico, confermata da vari modelli, è infatti ancora da collocare nei termini longitudinali precisi, e può coinvolgere in misura più o meno significativa il mediterraneo così da produrre un tempo nettamente anticiclonico oppure il tempo del margine orientale dell’alta pressione caratterizzato da richiamo da oriente. La differenza tra queste due possibilità, sul piano del disegno barico generale non è così eclatante ma può esserlo sul piano fenomenologico in base alla diversità tra la tipica fisionomia invernale delle nebbie ed il tempo dell’est o del nord-est, ventilato, più freddo ed asciutto. I modelli che presentano, al momento, questa seconda evoluzione, indicano quanto segnalato nel disegno della situazione prevista in quota (colori) ed al suolo (linee bianche) il giorno di natale, dove si notano i segni di una certa irruzione con deciso flusso da nord-est. Quanto poi potrà accadere verso fine mese o all’inizio del nuovo anno, riguardo soprattutto alle possibilità che arrivi il vero inverno, per il momento lo lasciamo alle fantasie giacché non esistono analisi che possano dircelo, né della stratosfera, né degli indici, e né di altro. La stratosfera, peraltro, da questo punto di vista, sta dormendo; il VP mostra buona salute e, francamente, a certi disegni freddi di fine anno o di inizio anno nuovo, ventilati soprattutto da GFS, do, pur considerandoli, la bassa percentuale di probabilità statistica che meritano…

Pierangelo Perelli

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