La costante di uno sbarramento anticiclonico ad ovest rimane l’elemento meteo più significativo. Il risultato di tale chiusura è la totale assenza delle piogge di mezza stagione e di quelle che arrivano da occidente. Non che l’occidente sia sempre foriero di grandi piogge e sia l’unica possibilità in tal senso, ma risulta evidente che le infiltrazioni settentrionali, da questo punto di vista, fanno quello che possono e, senza gli elementi di una stagnazione ciclonica mediterranea, ben poco in termini di precipitazioni. Una di queste infiltrazioni è quella che, sorniona e rapida, è transitata nelle ultime ore da nord a sud, determinando una fase breve instabile variabile e andando a defilarsi verso il basso mediterraneo. La chiusura a monte di detto transito, tra l’altro, sembra dover fare da preambolo ad una persistenza dello sbarramento suddetto, e persino ad una successiva ulteriore rimonta dell’anticiclone azzorriano verso nord o nord-est. Lo sguardo alla situazione in quota prevista da ECMWF (secondo il disegno) a distanza di una settimana mostra, infatti e addirittura, la possibilità di un afflusso di matrice continentale, forse con evoluzione in parziale retrogressione mediterranea. E questo rappresenterebbe, nella sostanza, la persistenza della chiusura alle piogge atlantiche ed un processo di involuzione stagionale con afflusso di aria più fredda da est, presumibilmente poco prodigo di grandi precipitazioni. Detto questo, ed a completamento del quadro, non possiamo esimerci, peraltro, dal fare le seguenti riflessioni: una irruzione come quella indicata potrebbe anche creare, comunque, le premesse per una insperata ciclogenesi mediterranea; altri modelli parteggiano per un anticiclone ben saldo nell’evitare anche l’afflusso continentale suddetto (linea e frecce rosse); c’è anche chi non esclude del tutto che l’anticiclone possa presentare segni di cedimento, magari solo temporaneo, sul lato che guarda l’atlantico (linea e frecce blu)…
Pierangelo Perelli