Paganella — 16 Dicembre 2013



LE CAUSE

MILANO LUNEDI’ MATTINA 20 FEBBRAIO 1956

Una terza ondata di maltempo si è abbattuta sull’Italia settentrionale.
Causa della nuova perturbazione – secondo quanto viene comunicato ufficialmente dal Centro meteorologico dell’osservatorio geofisico dell’aeroporto di Linate – è il minimo depressionario centrato in Alta Italia: “Questa depressione non fa altro che richiamare aria artica al suolo, mentre in quota convoglia aria calda e umida che favorisce la ripresa di copiose precipitazioni.
Tali precipitazioni sono nevose, in quanto, appunto sotto lo strato circolante in quota che, come si è detto, è caldo e umido, vorticano correnti di natura artica e masse locali di aria fredda”
Sul Mar Ligure si è determinata nelle ultime ore una zona di pressione insolitamente bassa.
I barometri non hanno superato i 730 millimetri.
Tale depressione ha richiamato forti masse d’aria fredda dalla Russia, dove i barometri hanno segnato la pressione record di 795-800 millimetri.
Un limite che non si raggiungeva da oltre mezzo secolo.
Anche l’anticiclone detto “delle Azzorre”, che ieri aveva il suo epicentro tra l’Islanda e, l’Inghilterra con pressione di 765 millimetri, ha convogliato verso la depressione del Mar Ligure altre correnti gelide.
l’incontro di quest’aria fredda con quella tiepida che ristagnava in quota sulla Valle Padana ha provocato le intense nevicate di ieri.
Il sistema che interessa l’atmosfera sull’intera Valle Padana ha provocato le intense nevicate di ieri.
Il sistema, che interessa l’atmosfera sull’intera Valle Padana, spingendosi fino alle regioni venete e oltre le regioni alpine, pare però decisamente in via di spostamento verso nord – est.
Sull’argomento, il professore Santomauro, direttore dell’ufficio meteorologico dell’Osservatorio astronomico di Brera, ci ha precisato che le previsioni non possono essere che pessimistiche:
“Sta a indicarlo il fatto che l’anticiclone russo non accenna a diminuire la sua intensità e tanto meno a restringere la sua sfera di azione”.
Perché finisca questo stato di cose “bisogna attendere – egli ha aggiunto – l’avvento sospiratissimo del regime di correnti occidentali.
Ma ciò sarà possibile solo quando l’anticiclone che domina la zona compresa fra l’Atlantico e l’Europa Settentrionale si sposterà verso latitudini meno estese, cioè quando scenderà a sud, mutando così radicalmente la situazione depressionaria purtroppo ancora robusta nel Mediterraneo centro – occidentale.

 

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