Siccità: pericolo per le colture? Non piove da oltre due mesi Siccità: pericolo per le colture? In pericolo soprattutto mais, patate, bietole, pomodori, peperoni, leguminose da seme Una sete nel!? campagne padane come quella di questi giorni non la si registrava più dal 1955, anno In cui le piogge cessarono in febbraio, ma ciononostante la produzione granaria raggiunse re- j se da primato. L’attuale crisi dell’acqua è determinata dalla mancanza di precipitazioni In tutto l’arco alpino da oltre due mesi — I temporali dei giorni scorsi non hanno risolto il problema — ed il ridotto innevamento sta determinando una riduzione della portata idrica di tutti gli affluenti lombardi e piemontesi del Po. L’acqua è fattore determinante per le produzioni agricole e di questo ben ce ne rendiamo conto soprattutto nei periodi di siccità: materia plastica e formativa dei tessuti, l’acqua, è contenuta per l’85°’° nel frutti, per l’80°/o nelle foglie, per II 40% nel legno e per il 13% nei semi, ed è veicolo dell’assorbimento delle radici e dell’assimilazione delle foglie. La siccità In questo periodo è anche aggravata dal vento che favorisce l’evaporazione delle riserve Idriche e dal caldo che sulla evaporazione ha un effetto accelerante. La siccità livella sul peggio le colture delle zone declivi (collinari e montane) più che di quelle di pianura e, naturalmente, più nel terreni sciolti e di limitato spessore che in quelli argillosi e profondi; fra le colture quelle che più ne soffrono sono le erbacee a ciclo primaverile-estìvo, meno quelle arboree ed arbustive. Non si hanno motivi di grande preoccupazione per il grano in quanto la siccità non compromette la sua capacità produttiva: la vera insidia è piuttosto nella « stretta finale » la cui causa e concausa sta nell’ondata di caldo di provenienza africana che fa precipitare la maturazione della granella rendendola immiserita e striminzita. Il fenomeno della « stretta » quest’anno è da escludere perché le temperature non hanno mal raggiunto le punte di 35-36°. Le colture più insidiate dall’attuale situazione sono le prative, e quelle da rinnovo (mais, patata, bietola da zucchero, pomodoro, peperone, leguminose da seme, ecc.); lo sono anche i vigneti, i frutteti ed i pioppeti, ma in queste ultime colture a radicamento profondo il guaio è meno grave, eccezion fatta per i nuovi e recenti piantamenti con apparato radicale non ancora sufficientemente sviluppato. Infatti le radici delle viti, delle piante da frutto e dei pioppi, esplorano il suolo in profondità; le sarchiature ripetute lo aprono alla pioggia e fanno da argine all’evaporazione dell’acqua risalente in alto per forza capillare. Per questi motivi la siccità non preoccupa attualmente I viticoltori ed i frutticoitori: discorso diverso se la siccità si prolungasse anche a fine luglio-agosto nel periodo cioè di ingrossamento dei grappoli e dei frutti. Per il momento la siccità non condiziona la risicoltura, ma non si può escludere che a cavallo dei mesi di luglio ed agosto si debba far fronte a riduzioni sensibili di acqua di Irrigazione. Attualmente l’amministrazione demaniale ha attuato una riduzione del 5% sul canale Cavour che interessa il Vercellese a favore del Novarese e della Lomellina, essendo il canale Elena influenzato dalla scarsa fornitura del Lago Maggiore. A somme fatte sarà la collina a maggiormente risentirne: Infatti al di là delle difficoltà per le patate, il mais ed I fagioli, esiste un problema di più ampia portata che è quello della zootecnia. Dopo un primo sfalcio abbondante e ben stagionato se non pioverà copiosamente e presto i prati non potranno soddisfare le esigenze nutritive del patrimonio bovino, In un momento in cui I mangimi industriali non consentono economiche trasformazioni In carne e latte. Bruno Pusterla