Le mappe di analisi sino ai primi di gennaio non mostrano eventi freddi di nota in area mediterranea o sulla nostra penisola.
In questo modo sembra ripetersi una situazione caratterizzata da inverni alquanto scialbi e piuttosto anticiclonici, quali quelli che ci hanno interessato negli ultimi anni. Nulla è perduto per i freddisti e si può sempre sperare in qualcosa di meglio nella seconda parte della stagione. E vedremo. Del resto stiamo parlando di proiezioni che arrivano ai primi di gennaio.
Ma è chiaro che il timore di dover convivere, nuovamente, anche quest’anno e fino a marzo, con nebbie, strati, stratocumoli, gelate notturne da irraggiamento, e con tutto quello che di noioso e monotono caratterizza le situazioni invernali stagnanti e da alta pressione, è tangibile. Siamo qui, comunque, ad analizzare le carte del prossimo futuro e proviamo a vedere se le medesime forniscono un qualche, seppur minimo, spunto di interesse.
Ebbene, non vi sono dubbi sul fatto che verso la fine dell’anno, si profili uno split all’altezza del continente, in grado di determinare uno scompaginamento, anche se probabilmente temporaneo, del disegno barico europeo. Il medesimo, però, risulta tale, da essere in grado di regalare un lembo del vortice polare, solo molto a levante e, in pratica, alle aree dell’egeo (la situazione schematizzata è riferita al 28-29 dicembre).
Non è detto, a mio parere, che non si possa determinare una maggiore evoluzione nel senso della retrogressione con sconfinamento lungo i paralleli e verso occidente alle basse latitudini del mediterraneo, ma, ipotizzando questo, stiamo ammettendo solo una possibilità e neanche la più probabile.
E tutto questo anche in considerazione del fatto che la medesima azione di split appare temporanea e sensibile al forcing occidentale, pur non potendo escludere completamente qualche ulteriore successiva pulsazione delle azzorre…
Daniele Nicolò
L inverno è finito
Alessandro Tonon
Veramente non c’è mai stato…. in Italia l’inverno è sparito da anni