L’orrendo dire della sottocultura di massa, del luogo comune, delle frasi fatte e del megafono pappagallesco assegna la colpa di ogni evento meteo estremo degli ultimi decenni ai cosiddetti (mi viene male scriverlo) “cambiamenti climatici” (orrore!!). Ricordo il grande freddo del gennaio 1985 e il megafono che allarmava sull’arrivo dell’era glaciale. E per quanto riguarda le alluvioni? Beh, ne abbiamo avute, ed il mondo ne ha viste, anche in epoche che con il riscaldamento antropico c’entravano zero. E dunque? Beh, e dunque è decisamente scorretto inquadrare ogni episodio meteo estremo nell’ambito di variazioni climatiche che si svolgono nell’arco di decenni, o, ancora meglio, secoli. Quello che è corretto inquadrare nell’ambito di dette eventuali variazioni del clima sono dati statistici, e quei dati statistici che, analizzando periodi molto ampi, ci dicono, riguardo agli episodi estremi, della loro frequenza e dell’andamento della loro intensità. Personalmente sono un amante dell’ambiente ma, per fortuna, non faccio parte degli ambientalisti ideologici, assai patetici, che, in ogni evento estremo, vedono la mano dell’uomo e pretendono di cambiare il mondo in un giorno. Per non parlare degli imbratta opere d’arte, equivalenti ad un manipolo di esibizionisti alla ricerca di visibilità e protagonismo e bisognosi di un bel lavaggio del cervello a suon di gatta buia, di pagamento dei danni e privazione di cellulari, auto a benzina o gasolio, riscaldamento a metano, ecc. ecc.. La mano dell’uomo riguardo al clima è inequivocabile e se non vogliamo che l’effetto serra non aumenti ulteriormente la temperatura nel corso dei prossimi decenni occorre operare nella direzione appropriata. E non c’è solo il fatto che la statistica ci racconta di un aumento di frequenza ed intensità degli eventi estremi; c’è anche il fatto che detto incremento di intensità è, in parte, apparente, e legato all’incuria del territorio. Ed esattamente quel territorio che una volta era curato palmo a palmo dall’agricoltura, e che poi si è visto deturpare da una edilizia selvaggia e scriteriata e si è visto, in tanti casi, abbandonare a sé stesso ed al suo graduale deteriorarsi. Quella zona dell’emilia-romagna è alluvionale. Si è fatto qualcosa per ridurne tale caratteristica? Non lo so ma temo di no. Purtroppo la depressione mediterranea bloccata che ha causato il disastro non è stata la prima e meno che mai è stata l’ultima. Quella che l’ha seguita, e delle ultime ore, per fortuna e come detto in precedenza, ha prodotto si nuove piogge ma nell’ambito di un contesto evolutivo che la vede ora indebolirsi e poi spostarsi verso levante. Si conferma, pertanto, lo sblocco già descritto, che vede l’interrompersi, parziale o totale, dell’apporto degli impulsi instabili dai mari del nord, e, con il flusso principale del getto che tende a disporsi in una corrente ovest-est alle alte latitudini, anche un graduale aumento della pressione da ovest verso est alle latitudini medie. Il che non significa chissà quali esplosioni di stabilità, ma, al netto di qualche prossima ulteriore, ma moderata, infiltrazione settentrionale e della persistenza di una certa condizione di instabilità diffusa per come ci racconta il disegno della situazione di metà settimana, certamente un graduale progresso verso un tempo meno perturbato e più consono al periodo…
Pierangelo Perelli