La primavera parzialmente sostenuta dalle azzorre minaccia di interrompere il supporto anticiclonico proprio in corrispondenza del suo inizio astronomico.
Apparentemente paradossale, il fatto, in verità, ha davvero poco di strano o sorprendente, giacchè i guasti del tempo della stagione di mezzo e di questo mese, fanno ben poca storia.
Nel frattempo la connotazione fredda del medesimo guasto indicato a partire da inizio terza decade, per gli effetti di una prevista traiettoria del sistema più ad ovest, ha perso smalto, ma non ne ha perso affatto, comunque, l’elemento peggioramento con caduta barica in mediterraneo. Il disegno delinea la situazione in quota ed al suolo prevista per metà terza decade e configura il chiaro e significativo affondo, tendente a semi cut-off, ben collocato in mediterraneo occidentale.
L’esemplare evoluzione che, a partire da inizio decade, porta alla situazione descritta, è simboleggiata da frecce e linee blu e corrisponde alla più classica delle evoluzioni dei sistemi depressionari. La rimonta anticiclonica in oceano incrementa, progressivamente, una flessione ed un affondo meridiani, destinati ad acquisire una moderata direzione retrograda verso l’iberia e verso l’estremo ovest mediterraneo, mentre sulla rimonta conseguente di correnti sud-occidentali matura la tipica ciclogenesi associata a correnti sciroccali.
Infine la stessa configurazione può approfondirsi e maturare per coinvolgere, nel suo spostamento verso est e verso nord-est, la penisola. L’osservazione del trend del jet stream (sulle mappe relative) può ulteriormente indicare, nella distribuzione degli streak (durante il corso dell’affondo: prima sul flusso settentrionale o nord-occidentale della saccatura e poi lungo il bordo meridionale della stessa), la classicità di una evoluzione che segna, inequivocabilmente, la possibilità di un vero e proprio guasto mediterraneo…