Il cambio euro-atlantico che vede rialzi barici oceanici meridiani degni di nota va, per come indicato da un pò di tempo, delineandosi. I suoi riflessi in mediterraneo potrebbero risultare, almeno per un certo periodo, non così eclatanti, ma dovrebbero essere almeno quelli di un africano tenuto a bada. In qualche modo, infatti, un profilo barico che vede l’alta pressione atlantica salire sino alle latitudini dell’islanda è sempre, più o meno, foriero di un affondo sull’europa, tant’è che non mancherà di prodursi una estesa falla carica di instabilità proprio sulla parte centro-settentrionale del continente. La medesima falla, in grado di richiamare nel relativo flusso occidentale o sud-occidentale, la moderata ansa iberica, non sembra riuscire ad affondare in pieno mediterraneo ma non mancherà, quanto meno, di esercitare, nei giorni intorno a metà decade, una parziale influenza sul nostro centro-nord. Tutto farà in modo di mantenere una fisionomia non così stabile al nord, e non così associata ad eccessivi rialzi termici in generale. Non che l’africano non sia sempre in agguato, ma il mese dovrebbe concludersi senza suoi effetti diretti. Occorre, peraltro, ammettere, che, a distanza di una settimana circa, l’evoluzione appare incerta e che le prospettive di un consolidamento sub-tropicale tra il vicino oceano e il mediterraneo occidentale, degne di poter costruire una sorta di esteso omega lungo l’europa occidentale, meritano ulteriori conferme. Ma se si da credito a certe prospettive di questo tipo, enfatizzate ad es. da ECMWF, possiamo considerare la possibilità che il temuto africano possa si alzare la testa, ma abbastanza ad ovest, non solo così da non interessarci direttamente, ma anche da dare spazio a curvature cicloniche in veste di irruzioni continentali ed in discesa lungo l’europa centrale e verso sud. Il disegno mostra la situazione prevista in quota tra il 28 ed il 29, quando, per come indicato dalla simbologia, il consolidamento barico franco-iberico sopra menzionato può unire le forze con la cella anticiclonica sui mari del nord così da spingere l’area ciclonica scandinava verso sud a scavare in direzione dell’europa centrale, della francia stessa e di parte del mediterraneo, a richiamare la debole depressione iberica ed a tenere ancora a relativa distanza eventuali onde di calore…
Pierangelo Perelli