Allarme per la siccità: sono in pericolo le colture agricole della Valle Padana Mentre in Francia la situazione è già drammatica Allarme per la siccità: sono in pericolo le colture agricole della Valle Padana Il livello del Po è sceso di 5 metri e 20 centimetri al di sotto di quello medio – In molte zone le pompe che pescano nel sottosuolo sono rimaste asciutte – Se non pioverà entro breve tempo e in abbondanza i danni saranno gravissimi Roma, 24 giugno. Anche in Italia si va ormai configurando un pericolo che da qualche settimana sta allarmando la Francia: la siccità: se non pioverà in misura sufficiente ed in un tempo ragionevolmente breve, le colture agricole della Pianura Padana subiranno danni gravissimi, con tutte le immaginabili conseguenze per la produzione alimentare, per il bestiame e per l’economia in generale. Gli indicatori più veritieri di questa situazione ormai deteriorata e precaria sono i corsi d’acqua. Proprio ieri il livello del Po è sceso a 5 metri e 20 centimetri al di sotto del suo livello medio, battendo tutti i precedenti primati di magra. Molti tratti dell’Adda, dell’Oglio, del Mincio e del Ticino sono guadabili a piedi o addirittura asciutti. Nei grandi laghi e nei bacini maggiori l’acqua diventa sempre più scarsa. In molte zone della Pianura Padana le pompe d’irrigazione che pescano nel sottosuolo sono rimaste asciutte. In Francia la situazione è addirittura drammatica. In quasi tutte le regioni centrosettentrionali, al di sopra della linea Bordeaux-Metz, la prolungata siccità ha già danneggiato la produzione agricola e l’allevamento del bestiame in misura che varia dal 30 al 50 per cento. In Bretagna e nella zona costiera lungo la Manica il deficit fluviale ha raggiunto il 60 per cento, il Rodano trasporta il 55 per cento del suo quantitativo d’acqua normale, la Loira e la Senna il 70 per cento, la Vilaine il 15 per cento. Le conseguenze sono diverse e tutte gravi: i raccolti si impoveriscono sempre di più, il foraggio non cresce e gli speculatori fanno lievitare il prezzo di quello conservato nei sili, molti allevatori preferiscono vendere in anticipo il loro bestiame pur rimettendoci sul prezzo. Il dramma di questa siccità scaturisce dall’avarizia del cielo in queste ultime settimane ma anche dall’irregolarità e dalla scarsità delle precipitazioni durante gli ultimi nove mesi. L’effetto della pioggia dipende anche dal periodo in cui cade. Solo il 15-20 per cento di essa serve a far vivere la vegetazione sul terreno; il resto penetra lentamente nel sottosuolo e va ad alimentare le riserve dei bacini sotterranei. Sono soprattutto le piogge d’autunno, d’inverno e della primavera quelle che contribuiscono maggiormente a ricostituire le riserve. Ma anche in questi ultimi mesi gli eventi atmosferici sono risultati notevolmente irregolari e sconvolti. Perché? Per quanto possa sembrare strano, una delle principali cause della siccità è forse il progressivo peggioramento delle condizioni atmosferiche, a causa delle quali la continuità della pioggia (quella che contribuisce in maggior parte ad alimentare la vegetazione di superficie e i bacini sotterranei) viene rivoluzionata da uragani e scrosci violenti ma brevi, che portano l’acqua rapidamente ai fiumi e poi al mare. Le cause di questo peggioramento possono essere diverse. Il fatto che una siccità drammatica come quella di quest’anno abbia già colpito la Francia nel 1893, nel 1921 e nel 1943, cioè ad intervalli approssimativamente identici e paragonabili ad un doppio ciclo delle macchie solari (11 anni) induce a ritenere che una certa relazione con i capricci del Sole ci sia, anche se fino ad oggi nessuno è ancora riuscito ad evidenziarla con sufficiente precisione. Sembra infatti che in alcuni di questi cicli la produzione d’energia raggiunga punte massime, mentre in altri — e non si sa ancora il perché — il fatto non accade. Altre cause del cambiamento del tempo potrebbero essere la temperatura degli oceani, che si va abbassando e provoca effetti piuttosto vasti sulle condizioni climatiche delle zone terrestri interessate, oppure la presenza innaturale di smog e di impurità inquinanti nell’atmosfera. Secondo gli esperti queste particelle, attraverso meccanismi complessi e ancora in parte sconosciuti, arriverebbero a ridurre le piogge e a scatenare diluvi improvvisi. Secondo altri il cambiamento dipenderebbe dalla di¬ minuzione di temperatura della superficie terrestre, che negli ultimi 25 anni si sarebbe raffreddata assai più di quanto si sia riscaldata nei 150 anni precedenti. Bruno Ghibaudì d d Nonostante la caduta di pioggia, la siccità si fa sentire (telefoto « La Stampa » – Mario Solavaggione)
Persone citate: Bruno Ghibaudì, Mario Solavaggione, Metz