Una lunga fase di dominio anticiclonico e di dominio del ramo africano del sub-tropicale non necessariamente ha esiti caratterizzati da forti temporali e maltempo estremo. Tuttavia questa possibilità rientra nella norma in quanto il sopraggiungere di un cambio meteo caratterizzato da inversione barica in quota ed ingresso di correnti occidentali o sud-occidentali delinea facilmente le condizioni delle intense azioni convettive all’origine dei temporali. Il settentrione ed il nord-est in particolare stanno, già all’atto delle prime infiltrazioni in quota e dei primi segnali di cambiamento, sperimentando la suddetta possibilità, in questo caso legata all’azione di una estesa ed intensa area temporalesca grandinigena nella veste di un Mesoscale Convective System (MCS) (eloquenti le immagini del satellite e del radar di questa mattina). Il significativo cambiamento della situazione proseguirà, intensificandosi e affermando una circolazione di segno opposto, nel corso della prima parte della settimana, quando un più deciso rialzo barico in atlantico sarà in grado di marcare l’affondo di una saccatura destinata a moto zonale e ad interessare il mediterraneo settentrionale. La dinamica della corrente a getto, con disposizione temporanea di una accelerazione proprio sulle nostre regioni centro-settentrionali e l’ingresso di aria fredda in quota (freccia blu), non potranno che innescare una fase di tempo variabile/instabile sul centro-nord con l’inevitabile rischio di forti fenomeni temporaleschi. Il disegno rappresenta la situazione prevista in quota (geopotenziale di 500 hPa) a metà settimana e mostra, nelle due linee simbolo di una ipotetica isoipsa disposta intorno ai 5840 m, il deciso cambio circolatorio ed il passaggio da un promontorio anticiclonico alla falla barica di una estesa saccatura…