Ecco un primo elenco dei morti:

1) Carlotta Marcora di Giovanni, d’anni 22;

  1. Bonizzoni Giovannina di Carlo d’anni 23;
  2. Brazzeili Albertina d’anni 25
  3. Zara Ersilia d’anni 26
  4. Rossi Rosa d’anni 37
  5. Mainini Carolina d’anni 25
  6. Ferrè Giovanni d’anni 51
  7. Bellotti Carlo d’anni 29
  8. Magugliani Giovanni, padre d’11 figli..

I feriti sono in gran numero.
Si ha fin qui notizie soltanto dei seguenti:

  1. Castiglioni Pietro d’anni 30 in condizioni gravissime
  2. De Bernardi Angelo d’anni 18
  3. Bonizzoni Mario d’anni 25
  4. Candiani Giuseppina d’anni 21
  5. Azzimonti Angeli d’anni 25
  6. Lualdi Giuseppina d’anni 20
  7. Prandoni Giovanni d’anni 26
  8. Prandoni Giovanni d’anni 26
  9. Colombo Paolo d’anni 26
  10. Vigezzi Cesare d’anni 26
  11. Venegoni Ernesto d’anni 11

A Busto Arsizio durante la notte sono morti altri due feriti.
Alle 10 di questa mattina è morta anche una ferita, cosicchè i morti a Busto ammontano a dieci.
Rimangono ancora nove feriti, la maggior parte dei quali in condizioni piuttosto gravi, uno specialmente, al quale dovrà essere fatta l’amputazione delle braccia.
Si preparano per domani, alle sedi, i solennissimi funerali per le vittime.
La Giunta municipale di Busto ha pubblicato un manifesto che è stato affisso su tutte le mura della città, nel quale invita i cittadini, e specialmente gli operai a partecipare numerosi alle manifestazioni di cordoglio che si renderà alle vittime.
Il consiglio comunale riunito d’urgenza ha votato 700 lire per le spese dei funerali e trecento lire per un ricordo marmoreo.
Ecco i particolari del disastro di Galbiate.
Durante il ciclone, il camino della filanda Foulet Freres alto 32 metri precipita sulla sala delle bacinelle, dove si trovavano circa 300 operai.
Fortuna volle che precipitassero verso il fianco dello stabilimento, evitando così una più larga strage.
EPISODIO DI LUTTO E DI VALORE
Rimase morta certa Spreafico Giuseppina di anni 26.
Sono feriti diversi operai.
Lo stabilimento è reso in parte inattivo per la distruzione di 25 bacinelle.
A Calolzio sono rimaste scoperchiate alcune ville.
A Rossino riportò gravi danni l’antico castello.
Stamane il prefetto si recò sui luoghi del disastro, visitando Legnano, Canegrate e Busto, dove si è temuto lungamente, volendo rendersi conto minutamente di tutti i danni avvenuti nei vari stabilimenti.
A Legnano si raccontano vari episodi.
Fra l’altro la cantoniera della ferrovia elettrica si rese ammirevole perchè con la sua presenza di spirito riuscù ad evitare un gravissimo disastro al streno che arrivava alla stazione nel momento in cui infuriava la tempesta.
Il camino della fabbrica Venanzi era caduto traverso il binario ed il treno procedendo a tutta velocità, senza che il macchinista se ne fosse accorto.
Allora la donna non curandosi dell’infuriare degli elementi, col bambino in braccio, tanto si adoperò che attrasse l’attenzione del macchinista e riuscì a fermare il convoglio a pochi metri dai materiali caduti.
Si osserva a Busto Arsizio questo curioso fenomeno.
Molti fumaiuoli hanno resistito alla raffica, però il parafulmine che si trova alla punta di essi è contorto ad angolo retto.
Ciò fa supporre che il fatto sia dovuto alla speciale influenza di energia elettrica.
Altri raccontano di avere visto dei fumaiuoli che non sono caduti nel momento della tempesta, oscillare visibilimente.
Forse, dicono molti, è per questo che non sono caduti: perchè non hanno opposto una resistenza completa all’infuriare del vento.
Circa i danni vi è da fare questa importante: i luoghi danneggiati sono da considerare dal doppio punto di vista: agricolo e industriale.
Sono danneggiati nell’industria soltanto Legnano e Busto Arsizio che non hanno territorio coltivato.
Tutti gli altri luoghi sono danneggiati soltanto nei raccolti.
Però vi è da considerare che quest’ultimo danno è molto minore dell’altro perchè il frumento era già stato raccolto: l’uva, che è andata a male, era stata già completamente distrutta dalla peronospora.
Non rimangono se non che il granoturco, che ha subito pochissimi danni e gli alberi sradicati e qualche frutteto, ma i danni prodotti sono di secondaria importanza.
Le condizioni però sono molto ben più gravi nei due centri industriali di primaria importanza che sono Legnano e Busto Arsizio, perchè qui le fabbriche sono in condizioni tali che non potranno riprendere il lavoro se non dopo un periodo di alcuni meso, occorrente alle riparazioni.
Alcuni proprietari sperano di poter far lavorare in qualche reparto, ma con tutto questo si prevede già che a Busto Arsizio rimarranno disoccupati più di 3000 operai e a Legnano invece saranno più di quattromila.
Bisogna aggiungere a ciò che i proprietari hanno avuto molta merce avariata e si troveranno nella dura condizione di non poter fare fronte agli impegni di consegna di merce che avevano assunto per epoca determinata.
Il caso di forza maggiore eviterà ad essi di pagare le multe stabilite nei contratti, ma ad ogni modo la merce non potrà più vendersi.
Come si vede, mentre da poco tempo si usciva dalla crisi manifatturiera prodotta dallo sbilancio nei mercati di cotone, si precipita ora in una nuova crisi.
A CAMERI (NOVARA)
Giunge notizia che a Cameri vi fu una vittima in seguito al ciclone.
I treni hanno subito delle fermate lungo la linea, e specialmente ad Oleggio i danni materiali sono gravi.
Il comignolo dello stabilimento Giuseppe Marcora a Daviago è pure crollato, ma non si ha notizia di vittime.
Gravi danni ha subito anche il cotonificio Valle Ticino, ma fortunatamente non si deplorano vittime.
Sulla linea dei Nord, un treno proveniente da Como, ebbe a lottare per parecchi chilometri colla tempesta che coprì in parecchi punti la linea sotto un cumulo di macerie di alberi spezzati.
Impossibile per ora precisare l’entità dei danni.
Il raccolto di un’intera e fertilissima regione è completamente distrutto, e centinaia di famiglie sono piombate nella miseria.
La notizia della sciagura produce da per tutto una tristissima impressione.
SUI LAGHI
A Como i danni materiali provocati dal ciclone di ieri furono relativamente non gravi.
Quasi tutti i paesi circonvicini furono colpiti.
Sul lago molti battelli corsero un serio pericolo.
Il Plinio ha rotto gli ormeggi.
Un autoscafo su cui si trovavano tre forestieri, corse pericolo di capovolgersi.
A Carimate una bellissima pinea rimase quasi completamente abbattuta.
Sul lago Maggiore parecchie barche si rovesciarono.
A Baveno un grosso vagone carico di 250 quintali di granito, fu sbalzato dalle rotaie e rimase sfasciato.
Il carico è perduto.
Tre barcaioli caddero in acqua, e si deve al coraggio dei salvatori se non annegarono.
TRAGICO SOMMARIO
In tutti i paesi danneggiati dal ciclone continua l’affannosa l’opera di salvaggio e la ricerca delle vittime.
A Busto Arsizio fu spedito un reparto di cavalleria.
Finora furono estratti i cadaveri di:
1)Fare Giovanni;
2)Bellotti Carlo;
3)Rossi Rosa
4)Maineri Carolina
5)Marcora Carlotta
6)Bonizzoni Giovanni
7)Baranzelli Albertina
8)Zara Ersilia

A Legnano, nello stabilimento dell’Acqua furono estratti i cadaveri di:
1)Raimondi Gaspare
2)Olgiati Luigi
3)Rotondi Gaetano,

A Solaro crollò uno stabilimento seppellendo molti operai.
Vi furono 15 morti e 40 feriti.
Nelle officine delle ferrovie, a Saronno, venne estratto il cadavere del falegname Fontana Giuseppe,
A Busto un fulmine entrato in una cabina fulminò il deviatore Randetti Luigi.
L’ospedale di Legnano è scoperchiato.
A Vanzaghello vi sono otto donne uccise;
A Castellanza crollarono i comignoli delle manifatture Tosi e Cantoni.
Nessuna vittima.
Notasi la scomparsa di un ragazzo dodicenne a Canegrate; sono pure segnalate delle vittime.
Da Locate a Saronno i comignoli degli stabilimenti sono tutti crollati.
Ritornai oggi sui luoghi devastati dal ciclone.
L’immane disastro in pieno giorno in pieno giorno appare ancor più grave di quanto a tutta prima non apparisse stanotte.
Dovunque gli abitanti sostano costernati per le vie, davanti alle gravi rovine.
La zona maggiormente danneggiata è stata quella che da Legnano mette a Busto Arsizio, a Saronno, spingendosi nella ubertosa Brianza, dove il ciclone ha pure prodotto enormi danni ed ha fatto parecchie vittime.
Il vento impetuoso alzatosi improvvisamente ieri verso le ore 17 passò per la ricca zona del gallaratese come un flagello, atterrando le ciminiere di quasi tutti gli stabilimenti, diversi grossi alberi, scoperchiò un numero infinito di case.
Una grossa e violenta grandinata distrusse inoltre completamente il promettente ed assai florido raccolto, arrecando dovunque danni incalcolabili.
Danni gravissimi vi sono a Legnano, a Legnarello, dove si contano 5 morti e parecchi feriti.
L’Oospedale di Legnano è completamente scoperchiato.
Gravi danni subirono pure le chiese di San Domenico e di San Magno, i campanili di Sant’Ambrogio e della Madonnina furono molto lesionati.
L’abbandonata filanda Kramer a Legnanello ebbe pure il comignolo crollato: rovinò inoltre parte di un nuovo fabbricato di proprietà di certo Ciapparelli, e numerose vie sono ancora ingombrate.
I danni si fanno ascendere a parecchi milioni.
I funerali delle vittime che si prevedono imponenti, avranno luogo domani.
Molti stabilimenti, per le necessarie riparazioni, dovranno rimanere chiusi per qualche settimana.
Stanotte, da Milano giunsero di rinforzo guardie e carabinieri, con un drappello di soldati di fanteria.
Il punto dove il ciclone si scagliò con maggiore veemenza è stato Busto Arsizio, dove ben dieci ciminiere sono crollate e ben 11 morti sono già finora estratti dalle macerie.
Busto, dopo la catastrofe presenta un aspetto desolante.
L’interruzione delle linee telefoniche e telegrafiche rendono ancor più difficile l’avere notizie dai paesi flagellati dal ciclone.
A VANZAGHELLO
In questo paese otto sono i morti; tra questi le operaie:
Inaldi Vignati di anni 30
Murelli Luigia d’anni 18
Croci Savina d’anni 24
Le disgraziate furon travolte dalle macerie mentre tentavano di mettersi in salvo da un primo crollo parziale del comignolo della fabbrica Crospi.
Tra i feriti gravissimo notiamo:
Bombelli adele d’anni 26
Colombo Angela d’anno 14
Provasi Maria d’anni 15.
Nello stabilimento Visconti oltre ai gravissimi danni recati dal ciclone si ebbe a deplorare anche lo scoppio di un motore.
MORTI E FERITI A CERMENATE
Giunge notizia che a Cermenate (Como), molte case furono scoperchiate dal vento; altre in costruzione precipitarono.
Purtroppo anche in questo paese si devono lamentare due morti e parecchi feriti.
I morto non sono ancora identificati, tanto sono straziati, irriconoscibili.
I DANNI DEL CICLONE DI IERI
UN DEVIATORE COLPITO DAL FULMINE
NOVARA
Anche quest’oggi le notizie che ci pervengono dalle zone toccate dal famoso ciclone che ha prodotto tanto disastro sono veramente impressionanti.
Si devono bensì registrare molti altri disastri.
I promettentisimi raccolti della campagna sono andati distrutti completamente.
Ma ancor oggi il triste bilancio non si può fare, e non si può stabilire neppure approssimativamente alcuna cifra di danni.
Lo spettacolo che oggi offre la campagna in queste nostre regioni e lungo la linea che da Novara si estende sino a Saronno, colpita dal gravissimo ciclone devastatore è veramente dei più desolanti.
Le spighe del grano giacciono a terra disperse ed ovunque è uno squallore di morte; alberi divelti, stabilimenti scoperchiati, case quasi interamente distrutte.
Tutta l’ubertosa piana è ridotta in uno stato di devastazione incredibile.
La violenza del vento ha spazzato via tutto, ha stroncato come fuscelli gli alberi più robusti, ha atterati tutti i raccolti.
Ed è certo che nessun paese in questa vastissima zona venne risparmiato dal turbine.
Anche il numero delle disgrazie umane continuano ad aumentare.
Sul casello ferroviario presso la stazione di Busto, cadde un fulmine, mentre il deviatore Luigi Randetti vi si trovava come al solito, per compiere il proprio mandato.
La scarica fatale lo ha colpito ed il povero uomo fu gettato a terra come morto.
Accorsero parecchi suoi compagni e gli porsero aiuto.
Fortunatamente non è morto, ma si trova in condizioni gravissime.
Le ultime notizie recano ancora che, durante l’infuriare spaventoso del ciclone, sono avvenute terribili scariche elettriche, specialmente sui fili telegrafici e telefonici, moltissimi dei quali lungo il tratto da Novara a Saronno, furono lesi o spezzati.
FURIOSI TEMPORALI ANCHE NEL VICENTINO
Ieri sera ad ora tarda si è scatenato sulla città un violento nubifragio.
Caddero parecchi comignoli; fu interrotta la diramazione dell’energia elettrica.
Parte della rete tranviaria rimase danneggiata.
Il servizio tranviario rimase sospeso.
A Bertesina presso vicenza è pure scoppiato un furioso temporale.
Il Fulmine è caduto ed ha ucciso un contadino che si trovava sotto un albero per ripararsi dalla pioggia.
E’ accorsa sul luogo l’autorità.
Anche a Verona ieri sera si è scatenato in città un temporale violentissimo, accompagnato da vento e da grandine.
Dalla provincia giungono pure notizie di forti grandinate.