Il bel maestro che segue alla crisi dei giorni scorsi mi fa pensare alla alternanza delle fasi di consumo e di rigenerazione, che, in gergo biochimico, stanno per catabolismo ed anabolismo rispettivamente. La metafora rende l’idea di come anche il clima e la sua alternanza tipica devono passare attraverso momenti di scarico e di accumolo energetico. La rigenerazione in questo caso sta per ripresa anticiclonica con allontanamento della sacca o del vortice ed ingresso di rigeneranti, a tutti gli effetti, correnti da nord-ovest, stabilizzanti ed in tipico wind shear divergente. La baroclinicità del miglioramento, in questo caso, è prologo di una fase più zonale, destinata a traghettarci sino, più o meno, alla fine del mese. In altri termini l’anticiclone oceanico, che si è esteso verso nord in atlantico, tende ora a tornare sui suoi passi più canonici, utili a regalarci una fase più calma ed occidentale. Di fatto tutto questo non corrisponde ad una piena estensione delle azzorre (e quando mai le azzorre hanno voglia di estendersi per come dovrebbero?) ma, certamente, ad una certa loro influenza da ovest. Ho disegnato la situazione che alcune proiezioni indicano per i primi giorni di giugno perché proprio in quei giorni sembra doversi concretizzare poi un nuovo ulteriore cambiamento, e non certo all’insegna della tipicità. Se le linee rosse stanno ad indicare quella normalizzazione accennata, le linee blu vogliono simboleggiare il nuovo cambio meteo, all’insegna di un avvallamento in oceano con rimonta anticiclonica possibile all’altezza di iberia e lungo l’europa occidentale sino alla scandinavia. Una evoluzione siffatta rende possibile la trasformazione della sacca nord europea in un cut-off minaccioso per il mediterraneo ed in un contesto di generale affermazione di masse d’aria settentrionali e continentali instabili. Nulla di eclatante, visti i non troppo bassi valori barici previsti ma, di certo, ancora, a meno di più decise affermazioni anticicloniche a freno, una possibile fase all’insegna del tempo incerto…