Cosa determini, nei forecast di lungo termine, in certi casi non infrequenti nella stagione invernale, previsioni nel segno di blocchi e di irruzioni artiche da urlo che poi vengono gradualmente riviste, non lo so. Lo sanno i climatologi e i meteorologi che conoscono gli algoritmi, i parametri e le funzioni dei calcolatori deputati a questo tipo di elaborazioni. Tutto questo, lo sappiamo, non costituisce nulla di scandaloso o sorprendente, giacché la probabilità che si realizzi una certa previsione diminuisce proporzionalmente alla distanza del tempo in questione. Tuttavia le situazioni sopradescritte ci incuriosiscono, tant’è che, in un contesto di quasi fantameteo data la distanza temporale, ci piace andare ad analizzare l’ennesima configurazione molto meridiana, di blocco e di matrice artica, che ad es., da parte di GFS, è prevista nel corso della seconda decade di marzo, allo scopo di verificarne, poi nel tempo, la sua, usando un termine improprio, veridicità. Si notano, verso fine prima decade, un cambio circolatorio drastico dettato da un subtropicale oceanico che prende a salire di latitudine ed a fare blocco, nonché l’innesco di una corrispondente azione fredda dinamica e ad impulsi successivi, quale quella che si genera nelle situazioni a ristagno, assai meridiane, e con barriera anticiclonica variamente distribuita dal vicino atlantico alla groenlandia. In proposito mi sono divertito a disegnare la situazione prevista per la metà del mese, che, conformemente a quanto descritto, è assai eloquente. E vedremo se ancora una volta il tutto sarà adeguatamente rivisto oppure se, effettivamente, in pieno marzo, tornerà, e con tutti i requisiti, il generale inverno…