Ammettere che il clima procede verso le caratteristiche della stagione di mezzo si scontra con uno degli insignificanti luoghi comuni che considera non più vere le medesime stagioni di mezzo. La realtà, naturalmente, è ben diversa, giacché le stagioni di mezzo esistono, eccome. Del resto la fase meteo che stiamo vivendo e quella che vivremo prossimamente presentano proprio le caratteristiche perfette della stagione di mezzo. Ecco che, allora, un febbraio, dal punto di vista del freddo quasi mai convincente, può congedarsi stemperando ulteriormente le ultime velleitarie spinte continentali ed introducendo, sotto il segno di un significativo ridimensionamento dell’alta pressione, una fase nuova, perfettamente occidentale ed in perfetta linea con il periodo. In questo contesto ed in quello della variabilità che corre su un flusso atlantico delle medie latitudini può anche, e finalmente, manifestarsi allora quella ondulazione più pronunciata ed in grado di alternare, a fasi più stabili, fasi più piovose o perturbate. Una di queste fasi variabili o perturbate per il centro-nord è proprio quella che si profila per la prossima settimana, associata al transito di una saccatura, quale sintomo perfetto della configurazione climatica descritta. Il disegno identifica la posizione della stessa saccatura, peraltro non così ampia, intorno al giorno 6 marzo ed è anche eloquente nel definire il classico profilo della ondulazione ovest-est, da clima mite e caratterizzato da fasi diverse che si susseguono. A seguire, poi, seppur nella ovvia incertezza, piuttosto che la persistenza di un noioso ed anonimo flusso occidentale, potrebbero manifestarsi le condizioni di una ondulazione più ampia con rialzo in oceano e saccatura associata a richiamo di aria fredda del nord-europa in mediterraneo (linee rosse e blu e frecce), ma sempre secondo i criteri di un mese che, perfettamente da mezza stagione, sa regalare sia fasi miti primaverili che temporanei ritorni di elementi più invernali…

Pierangelo Perelli