In relazione ai fenomeni temporaleschi violenti di questi giorni sul nord-italia si leggono articoli sui temporali da supercella indicati come causa relativa, creando però l’idea, non corretta, che la differenza tra normali temporali e temporali con raffiche molto intense e grossa grandine risieda nel fatto che i secondi sono da supercella. E’ vero che, generalmente, i temporali da supercella sono forti o violenti, anche se non sempre, ma è altrettanto vero che raffiche molto intense e fino intorno a 100 km orari, nonché grossa grandine, non sono esclusiva delle supercelle. Temporali particolarmente violenti, con grossa grandine e forti raffiche, ovvero downburst, possono verificarsi anche in altri tipi di aree temporalesche quali i vari tipi di normali multicelle (cluster lineari, non lineari, V-shaped, MCS, ecc.) e le linee di multicelle di sistemi mobili come fronti freddi e squall line. Ma allora qual’è la differenza tra multicelle e supercelle ? Beh, la sostanziale differenza tra detti fenomeni risiede sostanzialmente nel fatto che la corrente ascendente della supercella è ruotante ovvero vorticosa e corrispondente ad un’area concentrata di forte bassa pressione detta mesociclone. Ecco la vera esclusiva della supercella, da cui derivano varie altre caratteristiche, si esclusive ma anche secondarie come ad es. e soprattutto la nube accessoria wall cloud, corrispondente ad una sorta di abbassamento della base della nube, naturalmente ruotante, proprio in corrispondenza della corrente ascensionale. Nei temporali a multicella, ovvero quelli di più frequente riscontro, la corrente ascendente che alimenta la nube non ruota, ed inoltre, se il sistema si muove lungo un flusso, lungo il flusso, a monte e per effetto della corrente discendente fredda di downdraft e di outflow, si svilluppano celle figlie, in senso retrogrado, progressivamente più giovani e destinate a ripetere il ciclo (rigenerazione sopravvento). La supercella è, normalmente ed invece, una cella singola, poco propensa a generare celle figlie giacché il forte sistema aspirante di inflow e di updraft monopolizza tutta l’energia circostante a disposizione impedendo alle correnti discendenti di attivare apprezzabili nuove attività convettive, fatta eccezione per una modesta linea di nubi corrispondente alla flanking line. E non è dunque casuale che, anche se non sempre, la supercella si presenti come un’area temporalesca unicellulare isolata. Poiché la rotazione supercellare suddetta si manifesta nelle situazioni nelle quali risultano incentivate le componenti favorevoli agli intensi e rapidi fenomeni ascensionali, come forte flusso in quota con relativa divergenza e marcato wind shear (la causa primaria della rotazione) con venti bassi carichi di calore ed umidità che incrociano da destra i venti in quota in un contesto di intensa convergenza, è conseguente che la supercella sia in grado, non infrequentemente, di produrre temporali forti, con grossa grandine e con forti raffiche o downburst, se non addirittura tornado mesociclonici di una certa intensità. Ma è altresì da sottolineare che né la grossa grandine, né il downburst, né l’overshooting top che si forma per effetto di uno sfondamento in quota da parte della violenta corrente ascendente, né certe spettacolari shelfcloud, sono esclusiva della supercella. Lo sono invece e come in parte detto, mesociclone, tornado mesociclonico, wall cloud, rear flank downdraft (correnti discendenti posteriori da impatto e da richiamo da parte del mesociclone), clear slot (schiarita quale conseguenza delle correnti discendenti posteriori). Ed anche il mio disegno, con cui intendo semplicemente rappresentare i vari elementi sopra indicati associati a multicelle e supercelle, non tragga, da questo punto di vista, in inganno…
Pierangelo Perelli