A dispetto della complessa simbologia che ho disegnato a supporto dello schema della situazione generale prevista tra fine mese ed inizio giugno il quadro del contesto evolutivo meteo è, in verità, relativamente semplice, e lo è perché ancorato ad una configurazione di blocco. In questo caso il blocco sa di “dipole” e risulta insistente nel definire una situazione associata a cut-off o a semi cut-off anticiclonico alle latitudini medio alte e nel definire, complementarmente, un quadro di pressioni moderatamente basse alle basse latitudini. In linea generale configurazioni del genere sono difficili da smuovere; vedono un jet stream assai concentrato e disposto, quasi perfettamente nel senso dei paralleli, all’altezza di islanda e scandinavia, e vedono un flusso suo parente, ma ben più debole, altrettanto disposto lungo i paralleli all’altezza del nord-africa. Il risultato è una condizione di ristagno, di assente mobilità occidentale, e, semmai, di mobilità anti-zonale, lungo la fascia iberico-mediterranea, dove, di conseguenza, il tempo non è perturbato ma permane instabile, sulla base di una instabilità prettamente o quasi prettamente diurna. E permane instabile perché, oltre alla possibilità di falle depressionarie sussiste quella di una generale condizione di pressioni non così alte in quota. Quanto e quando questa situazione potrà cambiare è difficile da dire. Si intravedono certi movimenti nel corso dei primi giorni di giugno, ma si tratta di movimenti che se, effettivamente, cambiano le carte in tavola modificando la posizione dei centri barici, lo fanno senza dare corpo a vere rivoluzioni e, tantomeno, a riaperture franche della porta occidentale. E questo sulla base di un riarrangiamento graduale, con revisione della configurazione dipole a favore di un disegno che vede un affermarsi anticiclonico più ad ovest sul medio/alto atlantico, una diminuzione della pressione sul nord-europa, e, per quanto ci riguarda, sempre il persistere di una primavera a tratti soleggiata e calda, ma anche associata ad un campo barico non così elevato nonché sensibile a qualche spiffero di matrice settentrionale o orientale. Andando con ordine nello spiegare il senso della simbologia nel mio disegno abbiamo: con le frecce grandi viola la rappresentazione di un jet stream, marcatamente concentrato lungo i paralleli alle alte latitudini e, praticamente, a noi abbastanza estraneo; con le frecce piccole blu e rosse la rappresentazione dei flussi dominanti in media troposfera, associati al profilo barico e conformi al quadro “dipole” sopra menzionato; con i cerchi associati alla freccia piccola blu la rappresentazione del movimento precedente della depressione a largo di gibilterra, indicativo del forcing retrogrado relativo, conforme al ristagno o alla dominante anti-zonale in atto; con la freccia grande in sovraimpressione la rappresentazione di come potrebbe cambiare la situazione alle alte quote nel corso dei primi giorni di giugno…
Pierangelo Perelli