Disastri d'Italia — 13 Giugno 2016

Riso che annega nell’acqua campane a morto per l’uva La maturazione del cereale è compromessa, il raccolto rischia di essere dimezzato Anche per le viti è un disastro – Uno smottamento minaccia Gignese; sopralluoghi « (Nostro servizio particolare) Novara, 27 agosto. Dopo due giorni di sole, freddo e pioggia sono riapparsi in tutta la provincia. Potrebbe essere questo il colpo di grazia per le colture più importanti del ‘ Novarese: quella del riso e quella della vite. C’è il rischio, per quanto riguarda il riso, di vedere dimezzata la produzione dello scorso anno sia in quantità che in qualità. E questa non è la previsione più pessimistica: «Se continua a piovere e a fare freddo — dicono allarmati i risicultori — la spiga non va più a maturazione e alla prima brinata il raccolto andrebbe perduto». Normalmente alla fine di agosto il riso è già in fioritura; altri venti giorni di sole, poi si dovrebbe passare al raccolto. Quest’anno il maltenpo, che dura da tutta l’estate, ha ritardato notevolmente la crescita delle pianticelle e, sempre che il tempo lo permetta, di tagliare il riso se ne parlerà a metà ottobre. A questo punto anche con la normalizzazione del clima una parte del raccolto è già irrimediabilmente compromessa. La resa di quasi quattro quintali per pertica, realizzata lo scorso anno, in tutti i casi non sarà più raggiunta. «Allo stato attuale delle cose — dicono sempre i risicultori — sarebbe questo il guaio minore: se la temperatura non si alza molti di noi perderanno tutto». La gravità della situazione è stata oggetto di allarmate discussioni oggi a Borgomanero fra gli agricoltori che hanno partecipato alla tradizionale mostra. — mercato del bestiame. Oltre al riso si è parlato del foraggio che, sempre a causa del maltempo, scarseggia. Il «maggengo», il fieno che si raccoglie nel mese di maggio, è finito quasi dappertutto in letame e le previsioni per l’«agostano» non sono migliori. A causa della scarsità il fieno si paga fino a 14. mila lire il quintale; la paglia di frumento dalle 8 alle 10 mila lire. Sono prezzi tre volte superiori a quelli dell’anno scorso e sono destinati ad aumentare per la scarsità dei raccolti. I viticultori di Para Novarese sostengono che una stagione così non si verificava da almeno una cinquantina d’anni. «Qualcosa — dicono — abbiamo sentito raccontare dai nostri vecchi, ma anche i più anziani di noi non hanno mai vissuto una stagione così negativa per la vite». L’uva a vederla è bella ma non è pronta e ormai solo un miracolo potrà porre rimedio a una situazione compromessa gravemente. «Lo stesso miracolo — dicono i viticultori — ormai non potrebbe garantire il 100 per cento della maturazione. Ma se torna il bel tempo c’è la speranza almeno di portare l’uva ad una condizione accettabile». A Fara dicono che «l’acqua, che purtroppo continua cadere, adesso è un veleno. La vite avrebbe bisogno di terreno asciutto e temperatura calda Col tempo attuale ci aspetta un raccolto assai misero». m. s. Arona, 27 agosto. (g. r.) Situazione drammatica a Gignese per lo smottamento continuo di almeno trecento metri quadrati di montagna, nella zona residenziale della Fiumetta. Oggi pomeriggio il sindaco Francesco Della Torre ha accompagnato sul posto della frana l’ing. Re, del genio civile di Novara, che ha eseguito, con l’aiuto del maresciallo Vidmar, comandante della forestale di Gignese, un sopralluogo. La strada asfaltata .della Fiumetta, che unisce il paese con la collina dell’Alpino, è franata in gran parte nel sottostante torrente ed è stata chiusa al traffico. Le crepe nella caserma della forestale, e nelle ville CavicchioU. Roveda e Filiberti (l’industriale delle stufe Argo) si . fanno sempre più preoccupanti e i muragUoni di recinzione presentano fenditure sempre più numerose. L’altra strada che dalla chiesa parrocchiale di San Maurizio porta alla pineta si è inclinata cedendo sul lato a valle di almeno cinquanta centimetri. «Aspettando al più presto un geologo che ci manderà la Provincia — dice il sindaco Della Torre — spero solo che il genio mirile comprenda il nostro dramma e iniziai più presto le ingabbiature del terreno e il muragliene ai piedi della montagna».

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