Disastri d'Italia — 24 Agosto 2016

28 FEBBRAIO 1994

Giornale: Il Ticino

Ma dove viviamo? Ecco la domanda più assillante che rimane dopo la vicenda del pozzo esploso. Possiamo ancora dormire tranquilli? Ogni tanto, quando la TV parlava di Napoli, non riuscivo a non pensare alle case costruite costruite sulle pendici del Vesuvio. “Povera gente, mi dicevo, da un momento all’altro potrebbero perdere tutto”. E noi adesso sappiamo che a Trecate corriamo praticamente gli stessi rischi. Doveva esplodere un pozzo di petrolio però per sapere che siamo una delle maggiori aree a rischio, e che, soprattutto, siamo impreparati alle emergenze. La prima cosa che mi viene in mente appena iniziato il disastro sono le parole di due tecnici dell’Agip.
Il Pozzo Petrolifero “TR24″

Ricordo bene: si trattava di un consiglio comunale “aperto” (sindaco Borando, vice Antonini); i due dovevano relazionare sulle trivellazioni che l’Agip avrebbe compiuto per estrarre il petrolio. Da qualche parte ho anche gli appunti con i nomi dei due ingegneri, ma in questi giorni, disgustato, non ho avuto voglia di cercarli. I due, rassicuranti garantirono che non ci sarebbe stato alcun tipo di pericolo per l’ambiente e per la popolazione. Una eventuale fuori uscita di petrolio sarebbe stata subito fermata da sistemi di sicurezza, valvole ecc. E poi, la zona di rispetto attorno ai pozzi sarebbe stata una più che sufficiente protezione. Come volevasi dimostrare… Adesso si dirà che è stato un incidente anomalo, imprevedibile, più unico che raro ecc ecc. Ma ormai il germe del dubbio si è insinuato in noi..
FLAVIO BELTRAMI

 

 

CRONISTORIA DEL DISASTRO DEL POZZO DI PETROLIO DI TRECATE

LUNEDI’ 28 FEBBRAIO 1994 ORE 15,30
Il pozzo petrolifero denominato “Trecate 24″ situato in località Cascina Cardana, impazzisce e salta in aria.
Si forma una colonna alta 100 metri che scaglia in aria una micidiale miscela di petrolio, gas, sassi, terra e acqua.
Ad una pressione di circa 600 atmosfere vengono nebulizzate in aria 400 – 500 metri cubi di greggio al giorno.
Per Legambiente e WWF la quantità di greggio che fuoriesce è maggiore di quella dichiata dall’Agip.

LUNEDI’ 28 FEBBRAIO 1994 ORE 16
Viene dato l’allarme generale.
Su Trecate e dintorni piove.
L’acqua è mescolata al petrolio.
Le auto si trovano in pochi secondi con i tergiscristalli “impastati”, e slittano sull’asfalto che diventa sempre più viscido.
Qualcuno, a piedi, scivola e cade.

LUNEDI’ 28 FEBBRAIO 1994 ORE 17
Trecate viene isolata.
In prefettura a Novara viene dato l’ordine di evacuare le famiglie che vivono nei dintorni del pozzo (circa 30 persone).
C’è il serio pericolo di una esplosione.
Il greggio ed il gas nebulizzati dalla forte pressione, se innescati dal fuoco,potrebbero innescare una fiammata larga alcuni chilometri.
Per fortuna continua a piovere.
Dalla prefettura viene frettolosamente disposto un piano di evacuazione per 200 trecatesi.
Vengono inviati cinque pullman militari (!)
I trecatesi residente che si trovano fuori paese e tentano di rientrare vengono bloccati dalle autorità.
Strade e ferrovia sono sbarrate.
Molti raggiungono casa nonostante il divieto utilizzando stradine secondarie.

LUNEDI 28 FEBBRAIO 1994 ORE 19,45
Il sindaco Magnaghi viene intervistato dall’inviato della Rai.
Le sue dichiarazioni sono rassicuranti.
Dichiara che il rischio di incendio è molto basso.
Anche la presenza di acido solfidrico, molto pericoloso per la salute dell’uomo, è presente in 0,4 parti per milione nell’aria.
La soglia di rischio è considerata 10 parti per milione.

LUNEDI’ 28 FEBBRAIO 1994 ORE 21,00
I trecatesi sono tappati in casa davanti alle televisioni.
Un sordo e sinistro boato continua a diffondersi per tutto il paese, che sembra quasi trattenere il fiato.
Il rumore conferma che il getto di petrolio non si è arrestato.
Le linee telefoniche sono praticamente saltate non si può nè chiamare, nè ricevere telefonate da fuori Trecate.
Anche le comunicazioni interne del paese sono difficilissime.
I tecnici cercano di intervenire inutilmente.

MARTEDI’ 1 MARZO 1994 ORE 08,00
L’amministrazione comunale di Trecate fa spargere sulle strade cittadine quantali di seppiolite, un terriccio granulare, solitamente usato per i bisogni fisiologici dei gatti da appartamento, che ha un forte potere assorbente.
I tecnici non sanno come fare a fermare il getto di petrolio.
Sono stati convocati d’urgenza i tecnici texani della società “Wild Well Control inc.”.
I pozzi del Kuwait, dove i tecnici hanno lavorato, avevano poche centinaia di metri di profondità.
Quello di Trecate è profondo 5700 metri.
La pressione del getto di petrolio è fortissima.
Anche i texani non sanno cosa fare.
Non è possibile usare la dinamite.
Mezza Trecate andrebbe a fuoco.

MARTEDI’ 1 MARZO 1994 ORE 10
Le scuole restano regolarmente aperte ma nel plesso di via Andante funziona il riscaldamento ad aria soffiata.
Alcuni bambini accusano sintomi preoccupanti:
Conati di vomito; Capogiri; Mal di testa.
La direttrice dispone la chiusura della scuola.
A mezzogiorno viene chiuso anche l’asilo nido.
In prefettura, alla riunione del comitato di crisi, partecipano i sindaci di Trecate, Romentino e Cerano.
L’Agip comunica che pagherà tutti i danni.

MARTEDI’ 1 MARZO 1994 ORE 12
I contorni del disastro ecologico sono ormai ben delineati.
Il pozzo continua ad eruttare la sua miscela distruttiva.
Le televisioni di tutto il mondo parlano del fatto.
Trecate è diventata di colpo tristemente famosa.
Qualcuno dichiara: “… è come se una petroliera avesse naufragato nel cielo del paese!”.
La statale 11 è interrotta sulla circonvallazione nel tratto fra il semaforo per Galliate e San Martino.
I tecnici prevedono tempi lunghi.
Il pozzo potrebbe continuare ad eruttare per giorni, settimane.
Il piano di evacuazione è più che mai attivo.
Un quarto di Trecate potrebbe essere trasferito in alberghi requisiti sul Lago maggiore.
La gente non sa cosa fare.
La confusione è totale.

MARTEDI’ 1 MARZO 1994 ORE 19
Dalla prefettura giunge l’ordine di non consumare ortaggi e frutta coltivati nei territori di Trecate e Romentino.
Il mercato del mercoledì è stato sospeso.
La scuola elementare di via verra e l’asilo nido restano chiusi.
E’ stato un pomeriggio concitato.
Riunioni con agricoltori, tecnici dell’USSL, dell’Agip, delle associazioni ambientaliste, si sono succedute di continuo.
Cominciano le polemiche politiche.
Diversi partiti chiedono l’immediata sospensione di ogni attività estrattiva da parte dell’Agip.

 

MERCOLEDI’ 2 MARZO 1994 ORE 04,30
Come d’incanto, preceduto da qualche boato, il pozzo si ferma da solo.
Il consigliere di minoranza Carlo Garavaglia dirà: “Dopo la peste del 1630 fu costruita la chiesa della Madonna delle Grazie.
La chiesa è vicina al pozzo e forse, in questa che dopo la peste è la catastrofe più grave che ha colpito Trecate, ci ha aiutato a superare la crisi.

MERCOLEDI ‘ 2 MARZO 1994 ORE 12
Il sole illumina un paesaggio spettrale.
Ettari ed ettari di terreno sono coperti da una spessa coltre di petrolio.
Le case sono annerite, i pavimenti irrimediabilmente unti, le auto incatramate, gli orti inservibili, la puzza insostenibile.

GIOVEDI’ 3 MARZO 1994 ORE 12
Il comune ha predisposto, di comune accordo con l’Agip, un modulo da compilare da parte di chi ritiene di aver subito danni.
Si formano code in municipio per ritirare il modulo.
Scoppiano ulteriori polemiche.

GIOVEDI’ 3 MARZO 1994 ORE 21
Piazza Cavour è affollata.
Ci sono le telecamere di Rai Tre, per la trasmissione di Santoro, “il rosso e il nero”.

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