Le possibilità del realizzarsi di un ponte di weikoff nel corso della prossima settimana, secondo le ultime emissioni, non sembrano così remote. In questo modo verrebbe ribaltata l’attuale situazione umida atlantica che spinge da ovest lungo i paralleli ed aziona una fase relativamente mite. Quello che, al momento, sembra potersi concretizzare, piuttosto che un vero e proprio blocco collaborativo azzorre-anticiclone continentale, è un rialzo barico progressivo in sede artico-scandinava con relativa estensione dell’anticiclone russo-siberiano e conseguente parziale chiusura della porta atlantica alle latitudini medio-alte. Tra questo movimento e la possibilità che moderate infiltrazioni atlantiche proseguano il loro corso alle basse latitudini con coinvolgimento del mediterraneo occidentale tende a disegnarsi un contesto sia freddo che instabile. Ad inizio settimana la prima di queste infiltrazioni può coinvolgere l’area mediterranea centro-occidentale con una vera ciclogenesi in rapida discesa, destinata, successivamente, a costituire polo attrattivo per le masse fredde del continente od orientali. Secondo alcuni modelli ed in base alla buona consistenza di un anticiclone continentale, sia termico che dinamico, il frutto di questa evoluzione potrebbe risultare in una vera e propria azione fredda a tutte le quote, con la risultante di una fase invernale e precipitativa piuttosto estesa. Il disegno fa riferimento alla situazione prevista in quota ed al suolo per i giorni 7-8 febbraio e mostra la promettente azione dinamica di un polo freddo disposto a nord delle alpi e pronto ad estendere la sua influenza, con il suo effetto ciclogenetico, al mediterraneo settentrionale. Ammessa la necessità delle doverose conferme il contesto appare davvero interessante, stavolta anche per i freddisti delle aree italiche settentrionali e tirreniche…