Editoriali Slider — 31 Gennaio 2020

Nessuna vera svolta in senso invernale risulta nel breve-medio termine. Potrei dire anche nel lungo termine ma nel caso del lungo termine ammettere certezze ha poco senso. E mai come in un caso come quello di questa fase stagionale diventa davvero problematico tener di conto di cosa i modelli propongono da 5-7 giorni in poi. Di fatto il vortice polare continua a mostrare i muscoli di una salute che sembra inattaccabile, e continua ad evidenziare valori termici in quota davvero bassi. Un contesto del genere corrisponde ad un gradiente termico, tra le alte e le basse latitudini, estremamente rilevante, che bene è indicato da certi indici teleconvettivi, come NAO, AO ed altri, tutti a conforto di una situazione decisamente bloccata sullo zonale e su un sub-tropicale ben disposto in longitudine ed in latitudine. La medesima situazione la suggerisce bene anche il buon freddo che sta sfiorando il nord-europa per il solo fatto di essere interessato dal transito di normali saccature in moto da ovest. Qualcuno dice che trattasi di una situazione esplosiva, magari esagerando. Ma è chiaro che quando due dimensioni contigue, a differenti temperature, mantengono le differenti temperature senza scambi, e tali differenze si acuiscono, siamo, termodinamicamente, in presenza di un processo antientropico, evidentemente instabile. Se questa instabilità maturerà in eventi di riequilibrio, rapidi ed intensi, oppure lenti e graduali senza esplosioni, lo vedremo. Inutile fare ipotesi, giacché non è affatto detto che, come dice qualcuno, si possa avere un finale di inverno o una primavera nel segno del freddo e di grandi eventi. Ci limitiamo, allora, e non possiamo fare altro, ad osservare, giorno per giorno, quanto ci dicono i modelli soprattutto fino a 4-5 giorni. Ed ecco che prende corpo, con effetto nei giorni tra il 4 ed il 6 febbraio, una sfuriatina artica a rapida evoluzione, in grado di sfiorarci coinvolgendo soprattutto i settori orientali. Come variazione al tema è già qualcosa ma, data la fugacità dell’evento, il fatto che il transito dell’onda è previsto lungo la penisola balcanica ed il rapido ripristino zonale previsto, non si può certo parlare di vera svolta invernale. Il disegno si riferisce alla situazione prevista in quota tra il 4 ed il 5 febbraio con l’onda fredda in transito da nord a sud, mentre la simbologia delle frecce sta ad indicare il contesto generale descritto e di questa lunga fase senza scambi meridiani…

Pierangelo Perelli

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