VARESE – Varese siccitosa? Aspettiamo a dirlo. Con oggi però abbiamo raggiunto un traguardo importante, ovvero quello dei 50 giorni consecutivi senza pioggia. Il trend pare abbastanza chiaro e ci avvia dunque a far concludere l’anno senza nessuna perturbazione in transito sulle nostre regioni.

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Dobbiamo però forse iniziare a scomodare il record assoluto, che rimane tuttavia piuttosto lontano, del 1997, con i suoi 89 giorni senza acqua (dal 22 gennaio al 22 aprile). Irraggiungibile, direte? La sola realtà dei fatti ci mette in evidenza che di annate con 50 giorni consecutivi senza una goccia di acqua se ne contano davvero poche: 2001/2002 (56, dal 22 novembre al 22 gennaio) e il 2003 (65, dal 4 febbraio al 9 aprile), e la classifica trema.

Gli anni ’92, ’93, ’94, ’97 e ’98 hanno avuto come dominatrice assoluta una lunga fase di bel tempo che segnò principalmente gli inverni del periodo citato, successivamente gli anni 2000 cambiarono parzialmente le cose e ad oggi hanno il compito di mostrarci meno serie negative, ma nulla esclude che ci stiamo trovando nuovamente di fronte ad uno scenario negativo destinato a piazzarsi nei primi posti della storia, a ricordarci che forse qualcosa è cambiato.

Ma l’inverno non è finito

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Possiamo quindi ipotizzare che a fronte dell’attuale scenario meteo globale, nulla fa pensare a qualcosa di buono per il proseguo, soprattutto per chi le festività le andrà a trascorrere in altura sperando di dedicare qualche ora divertente sugli scii.

Dobbiamo però sottolineare che periodi siccitosi non sono per forza sinonimo di inverni completamente anonimi, cioè privi di nevicate o freddo normale per il periodo, né di annate completamente prive di millimetri di pioggia. Per questo motivo, cambiando il clima cambia anche il modo di osservarlo, di discuterlo e soprattutto di consultarlo.

Il Natale? Ripassate, please

L’elevata probabilità di imbattersi in succose e dettagliate previsioni meteo per la settimana di Natale è cosa assai probabile, rimane tuttavia dubbia la qualità di tale avventura di qualsiasi meteorologo. In un inverno come questo la prudenza rimane d’obbligo, e lo scenario futuro ingarbugliato e pericoloso. Perchè laddove regna la professionalità ci si può imbattere in previsioni che dedicano il loro spazio temporale al massimo ai prossimi 5 giorni, quando periodi come questi sono contrassegnati da una forte componente anticiclonica, altrimenti il crollo dell’affidabilità è ancora più accentuata e spesso non supera le quarantott’ore. Capite quindi quanto siano spesso controproducenti queste visioni a lungo termine, suscettibili di innumerevoli variazioni. Detto questo, ad oggi si può solo ipotizzare uno scenario, molto vago, per quello che concerne le festività, ed è qui che dobbiamo diffidare da coloro che temono di vedere neve e gelo anche laddove le condizioni di partenza non sono minimamente favorevoli a questa prospettiva.

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