Alcuni scienziati hanno combinato le osservazioni di due missioni della NASA per verificare la forma asimmetrica della Luna e come questa forma cambi sotto l’attrazione della Terra, una ricerca che finora non aveva potuto dare che dati approssimativi, non potendo che utilizzare soltanto l’osservazione dell’orbita lunare dalla Terra.

Il team ha attinto le necessarie informazioni dalla missione LRO (Lunar Reconaissance Orbiter) che indaga la Luna dal 2009 e dalla missione GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory).

Gli scienziati sono stati così in grado di prendere in considerazione l’intero satellite, non solo la faccia che può essere osservata dalla Terra, dal momento che i veicoli spaziali hanno potuto raccogliere i dati orbitando attorno alla Luna.
“La deformazione lunare causata dall’attrazione terrestre è molto difficile da misurare, ma saperne di più ci dà indizi anche sull’interno della Luna”, afferma Erwan Malarico, scienziato del MIT di Cambridge che lavora presso il Goddard Space Center della NASA di Greenbelt, nel Maryland.

La forma asimmetrica della Luna è il risultato del braccio di ferro gravitazionale con la Terra. La reciproca attrazione dei due corpi è sufficientemente forte da poter allungare entrambi, tanto da poterli assimilare a due uova con le estremità contrapposte l’una verso l’altra.

Sulla Terra l’effetto della tensione è più visibile sugli oceani, dato che l’acqua si può muovere più liberamente, producendosi nel ben noto fenomeno delle maree.

L’effetto distorsivo della Terra sulla Luna, chiamata ‘marea del corpo lunare’ è invece più difficile da essere rilevato, perché la Luna, a parte il suo piccolo nucleo, è un corpo solido.

Comunque, anche così la forza è sufficiente da produrre un rigonfiamento di circa 50-51 centimetri di altezza sulla faccia visibile della Luna ed uno simile sul lato opposto, esattamente come avviene con le maree terrestri.

La posizione del rigonfiamento non interessa sempre una determinata area, ma si sposta di qualche centimetro nel tempo. Anche se la Luna mostra costantemente la stessa faccia alla Terra, a causa dell’inclinazione dell’asse di rotazione e della forma dell’orbita lunare, questo lato sembra traballare. Dalla superficie lunare, la Terra non appare immobile, ma si muove in una piccola porzione di cielo e il rigonfiamento sulla superficie lunare segue i movimenti della Terra.

“Se sulla Luna non ci fossero stati i movimenti di marea osservati, se il satellite fosse stato un corpo statico, ogni volta che gli scienziati avessero eseguito delle misurazioni, gli stessi punti della superficie non avrebbero dato alcuna variazione in altezza”, dichiara Mike Barker, uno scienziato spaziale della Sigma Corporation con sede a Goddard e co-autore dello studio, che è stato pubblicato su Geophysical Resarch Letters.

Alcuni studi su questi piccolissimi cambiamenti erano già stati condotti dalla Terra, ma soltanto i satelliti delle missioni LRO e GRAIL hanno potuto fornire una risoluzione sufficiente per poter avere una chiara visione delle maree lunari.

Dai passaggi delle due navicelle sugli stessi punti si è potuto rilevare con la massima accuratezza gli spostamenti del suolo e gli scienziati hanno constatato con soddisfazione che i dati rilevati dal LRO e dalla missione GRAIL sono risultati coerenti con i dati ricavati in precedenza.

Il successo dello studio ha confermato, laddove ce ne fosse stato bisogno, quanto sia stata importante l’interazione tra le due missioni.

“Il calcolo della marea dai dati da parte del LRO non sarebbe stato possibile senza il modello gravitazionale della Luna fornito dalla missione GRAIL”, dichiara David Smith, ricercatore affiliato con il Goddard e il Massachusetts Institute of Technology e responsabile del LOLA, (Lunar Orbiter Laser Altimeter), la strumentazione cui era stato affidato il calcolo delle variazioni fisiche degli spostamenti del suolo.
Fonte: gaianews.it140529142540-large-400x225

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