Rinnovabili.it) – Anche le specie marine contribuiscono alla mitigazione del cambiamento climatico e lo fanno assorbendo all’incirca 500 milioni di tonnellate di carbonio ogni anno, pari a circa 1.500 milioni di tonnellate di anidride carbonica atmosferica. Lo ha messo in evidenza il nuovo studio commissionato dalla Global Ocean Commission nel quale viene messo in evidenza il ruolo strategico della fauna marina nella mitigazione del climate change. Il rapporto mette individua 15 servizi ecosistemici con un valore diretto per il genere umano come ad esempio “servizi di approvigionamento” tra cui il materiale genetico e le materie prime passando ai “servizi di regolamentazione” come la purificazione dell’aria.
Il co-presidente della Commissione, Trevor Manuel, ha specificato che questi dati consentono di “vedere e valutare molto più chiaramente cosa potremmo perdere se non prendiamo subito le adeguate misure per tutelare il mare e governare in modo efficace al fine di proteggere i servizi ecosistemici vitali”.
Il lavoro verrà utilizzato dalla Commissione per completare il rapporto che dovrà essere presentato il prossimo 24 giugno insieme ad una serie di proposte d’azione per arrestare il declino delle condizioni di salute del mare e ripristinarne gli equilibri.
In riferimento al settore della pesca, esaminato dal documento, il documento evidenzia come la cattiva gestione del pescato rappresenti insieme al cambiamento climatico una delle conseguenze più disastrose per la salute dei mari.
Gli autori del documento sostengono infatti che una pesca mal gestita possa influire negativamente sulle prestazioni offerte da altri servizi ecosistemici, quali la cattura e lo stoccaggio del carbonio, così da rendere necessario il miglioramento della governance nelle aree di alto mare.