Ambiente, territorio & dissesti — 21 Agosto 2014

I ricercatori presso l’Istituto di Scienze della Terra d’Islanda riferiscono che ci sono alte possibilità che 80/90 milioni di metri cubi di magma potrebbero essere la clip che ha causato i terremoti in prossimità del vulcano Bárðarbunga. Questa stima si basa su modelli che sono stati calcolati sulla base dei dati disponibili, ma chiaramente esiste notevole incertezza su questi dati.

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La foto qui sopra è stata pubblicata sul sito web della IES questa mattina, e mostra i risultati in uno dei diversi modelli che vengono calcolati per il metabolismo del vicino Bárðarbunga. Al centro geofisico di Jarvísindastofnun il Dr. Thora dice che i modelli si basano su misurazioni GPS, soprattutto che l’eruzione e nettamente più vicina per il Bárðarbunga.

80/90 milioni di metri cubi di magma

“Le misurazioni che vengono estrapolate dal modello sembrano essere precise sulla base dei dati disponibili”, ha detto Thora. “Questo è quanto di più voluminoso e si ritiene siano state depressioni formate dal vulcano Eyjafjallajökull esploso nella parte superiore del ghiacciaio nel 2010 con il volume di materiale vulcanico, ma che era molto più basso, nel range di 10/20 milioni di metri cubi. 80/90 milioni di metri cubi sono davvero molto elevati.

Le variazioni del volume di magma, tuttavia, suggeriscono che il magma sta ancora circolando nella camera magmatica e si pensa sia sotto il Bárðarbunga. “Le concentrazioni dinamiche nella camera diminuiscono più lentamente rispetto al magma e crediamo che vadano al di fuori dalle clip”, riferisce Thora. “Quindi si può concludere che il magma è arrivato da sotto la camera, e il flusso mantiene il flusso nella diga. La dinamica è intrinsecamente più leggera della roccia, ma il tempo di sviluppo, a seconda del livello di tensione nella roccia dove si verificano le depressioni, e non c’è modo di predire il futuro.

Un team di esperti dell’Istituto della Terra e dell’IMO sono ora sulla calotta glaciale, per installare il dispositivo GPS e il sismometro, nel Kverkfjöll e vicino al skjálftaþyrpinguna in Dyngjujökli. I risultati degli strumenti potrebbero cominciare ad essere ricevuti entro pochi giorni.

 

 

Fonte: Attivitàsolare

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