Ambiente, territorio & dissesti — 06 Settembre 2014

GLI OSPEDALI SI PREPARANO AL PICCO DEL VIRUS EBOLA: ENTRO DICEMBRE POTRANNO VERIFICARSI PIÙ DI 100.000 CASI: “CIFRE TERRIFICANTI”

DI MARC SLAVO

shtfplan.com

Anche se le notizie sul virus Ebola sono state praticamente sospese, dopo che il mese scorso due operatori sanitari americani sono stati ricoverati in strutture statunitensi, il contagio mortale continua a diffondersi.  Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre il 40% di tutti i casi di Ebola si sono verificati finora solo negli ultimi tre mesi, il che indica che il virus sta continuando la sua corsa.

Il medico Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, è uno dei tanti  ricercatori che stanno tentando di capire quanto potrà diffondersi l’Ebola e in che modo potrà riguardare le persone di tutto il mondo. In base ai suoi dati, ci saranno 10.000 casi nel settembre di quest’anno e da qui si potrà solo peggiorare.

(Un modello creato da Alessandro Vespignani e suoi colleghi, indica che, con la sua attuale diffusione, Ebola potrà infettare fino a 10.000 persone entro il 24 settembre prossimo. Altri modelli suggeriscono fino a 100.000 infetti a livello globale entro dicembre di quest’anno. L’area ombreggiata rappresenta il range di variabilità.)

Estrapolando le tendenze attuali, il numero dei malati e dei morenti sale rapidamente a 3,000 casi e a 1,500 decessi su  circa 10,000 casi entro il 24 settembre, e centinaia di migliaia nei mesi successivi. “I numeri sono davvero spaventosi,” dice,  anche se sottolinea che il modello non tiene conto di un auspicabile rafforzamento significativo degli sforzi di contenimento. “Ci auguriamo tutti che questo non accada” scrive Vespigani in una mail.

Vespignani non è il solo che sta cercando di prevedere in che modo potrà progredire quest’epidemia senza precedenti. La scorsa settimana, l’ OMS ha stimato che il numero dei casi, alla fine, potrà superare i 20.000.  E gli scienziati di tutto il mondo si stanno affannando a creare modelli informatici che descrivano con precisione la diffusione del virus mortale. Non tutti suonano tetri quanto il Vespignani.  Tuttavia, tutti i creatori di modelli concordano sul fatto che gli attuali sforzi per contenere l’epidemia non sono sufficienti a fermare la corsa dell’agente patogeno mortale.

Se l’epidemia in Liberia dovesse continuare al passo attuale,  al 1 ° dicembre di quest’anno il numero totale di casi supererà i 100.000″ –  prevede Althaus. Riconosce, tuttavia, che le previsioni a lungo termine sono soggette a errori.
Vespignani ha analizzato la probabilità che Ebola si diffonda in altri paesi. Utilizzando i dati su milioni di viaggiatori di aerei e pendolari e sui modelli di mobilità, sulla base dei dati provenienti da censimenti e dispositivi mobili, ha costruito un modello mondiale, in cui poter introdurre Ebola e quindi eseguire centinaia di migliaia di simulazioni. In generale, la possibilità di un’ulteriore diffusione oltre l’Africa occidentale è minima, dice Vespignani, ma il rischio cresce con l’entità dell’epidemia.

Secondo il modello, Ghana, Regno Unito e Stati Uniti sono tra i paesi più esposti a una prima entrata del virus.

Fonte:  Science Mag  e WHO via  Investment Watch

Anche se ricercatori e funzionari sperano che questo “non accadrà”,  resta il fatto che Ebola ha iniziato a diffondersi fin da quanto è stato identificato, all’inizio di quest’anno. E ora continua a propagarsi in città africane densamente popolate, come Lagos, in Nigeria.

Il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) e gli ospedali statunitensi sostengono che la probabilità della diffusione di Ebola negli Stati Uniti resta “estremamente bassa”, ma questo non li ha fermati dal predisporre dei protocolli di controllo delle infezioni, necessari a causa dei tassi estremamente elevati di mortalità associati a coloro che contraggono il virus.
Gli ospedali di tutta la California del sud si stanno preparando ai potenziali casi di Ebola, anche se continuano a rassicurare i pazienti e gli operatori sanitari che il rischio è molto basso.

I funzionari della sanità pubblica dicono che con le giuste procedure di isolamento e di controllo delle infezioni, tutti gli ospedali saranno in grado di gestire in modo sicuro un paziente con Ebola, senza esporre il personale o gli altri pazienti.
“Abbiamo in ogni caso l’infrastruttura necessaria, poiché gestiamo cose simili ogni giorno: tubercolosi, influenza,  morbillo e pertosse “, ha detto il dottor Zachary Rubin, direttore medico di epidemiologia clinica e prevenzione delle infezioni presso l’ UCLA. “Anche se Ebola fa notizia, è un lavoro che facciamo da sempre ogni giorno”.

Le raccomandazioni su Ebola rivolte dal CDC agli ospedali comprendono una serie di misure quali:  camere singole per i pazienti, rivestimenti protettivi per il personale, e, per quanto possibile, un limitato uso di aghi per prevenire la trasmissione.

“Nel contesto delle malattie globali, la probabilità che Ebola arrivi negli Stati Uniti o all’UCI Medical Center è talmente bassa che non ci aspettiamo che accada” ha detto Gohil.

“Tuttavia, la mortalità è talmente alta e le possibilità di viaggi nel mondo sono talmente elevate che dobbiamo in ogni caso essere pronti. Una delle prime cose da fare è quella di rassicurare il proprio staff e i propri pazienti che la situazione è totalmente gestibile”.

Fonte: Los Angeles Register

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13873Epidemia-di-Ebola

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