Una triste abitudine:
purtroppo il territorio italiano è sempre stato, storicamente, soggetto a dissesti idro-geologici rilevanti. Sarà per questo, o forse per l’evidente cambiamento climatico, che le frequenti alluvioni non stupiscono più. L’ultima in ordine di tempo, lo saprete, ha devastato uno dei luoghi più belli d’Italia: il Gargano. Troppa la pioggia caduta, talmente tanta che presumibilmente avrebbe causato danni anche in presenza di suoli adeguatamente utilizzati. Magari non avrebbero avuto la portata attuale, ma ci sarebbero comunque stati.
Persistenza e consistenza:
forse qualcuno rammenterà il titolo del paragrafo, utilizzato non a caso nel precedente editoriale. Abbiamo scelto di tenerlo perché il primo dei due termini è capace di spiegare, appieno, le cause del suddetto disastro. La Bassa Pressione scavatasi dopo l’avvento della perturbazione da nord, ha stazionato per più giorni a ridosso dello Ionio. Tali configurazioni, incentivando venti orientali sostenuti, esaltano l’effetto rilievo, definito tecnicamente “stau”. Le nubi incontrano la sbarramento appenninico, nel qual caso il promontorio del Gargano, sostando più del dovuto nelle medesime zone. Peraltro l’aria carica di umidità proveniente dal mare non fa altro che fornire energia suppletiva alle nubi e ai temporali. Ed ecco spiegata l’eccezionalità dei fenomeni pugliesi.
Sussulto estivo:
sapevamo che il tempo sarebbe migliorato ad inizio settimana e ne conoscevamo la causa: il consolidamento di un promontorio anticiclonico. Consolidamento approntato dai modelli tempo addietro e che inizialmente sembrava potesse garantirci una parentesi estiva duratura. Perdeva pesa la goccia fredda scandinava, destinata – sino a qualche giorno fa – all’Europa orientale. Diciamo che oggi e domani il meteo resterà estivo, specie per quel che concerne le temperature. Temperature in molti casi superiori alla norma e che localmente potrebbero superare addirittura i 30°C.
La goccia fredda scandinava:
in tema di goccia fredda, stamane abbiamo dedicato apposita analisi satellitare per mostrarvi la sua collocazione e le notevoli dimensioni. Dovremo tenerla sott’occhio, perché i modelli sono sostanzialmente concordi nel proporre lo scivolamento verso sud. Alcuni propendono per un ingresso direttamente sul nostro territorio, il ché darebbe luogo ad un altro vigoroso peggioramento di chiaro stampo autunnale. Altri propendono per maggiori difficoltà nel penetrare nel Mediterraneo, confinando le influenze instabili-perturbate alle regioni Centro Settentrionali e lasciando quelle Meridionali sotto influenza anticiclonica.
Riecco l’Atlantico:
quel che interessa, trattandosi di rubrica a lungo termine, è quel che accadrà in seguito. Lo scivolamento dalla goccia fredda in direzione sud dovrebbe dar modo all’Alta Scandinava di riprendere vigore, mentre ad ovest assisteremo all’isolamento di un’ampia struttura ciclonica oceanica a ridosso dell’Islanda. Quest’ultima prenderà piede sull’Europa occidentale e i vari impulsi perturbati – trovando strada sbarrata a nordest – potrebbero sfruttare l’indebolimento anticiclonico sul Mediterraneo per gettarsi nel cuore dei nostri mari. Settembre, se così fosse, prenderebbe una piega decisamente autunnale.
Focus: evoluzione sino al 21 settembre 2014
Le prossime 24-28 ore vedranno prevalere condizioni di bel tempo, salvo una discreta instabilità diurna a ridosso dei principali rilievi montuosi. Il peggioramento prenderà piede a partire dal Nordest, con temporali anche forti fin da mercoledì mattina. Seguirà un coinvolgimento del Nordovest e delle regioni Centrali, con calo termico importante. Degli episodi instabili rilevanti potrebbero sfociare verso Sud ed entro il fine settimana venti sostenuti settentrionali dovrebbero facilitare un calo termico su tutte le nostre regioni.
Da metà mese ecco riapparire, sulla scena europea, le perturbazioni atlantiche. Perturbazioni che, come detto, potrebbero sfruttare la mancanza di un’adeguata protezione anticiclonica per gettarsi alle nostre latitudini.
Evoluzione sino al 26 settembre 2014
Scenari autunnali che sembrerebbero prender vigore nell’ultima decade del mese, pur ovviamente senza escludere eventuali ritorni di fiamma anticiclonici a seconda di come si distribuiranno le strutture depressionarie atlantiche.
In conclusione.
Insomma, sembra proprio che settembre voglia mostrarci quelle caratteristiche di alternanza barica tipiche dei mesi transitori. L’autunno incombe e per l’estate ci sarà sempre meno spazio.
Fonte: Ivan Gaddari – Meteogiornale