Il temporale è un fenomeno normalmente imprevedibile ad un occhio poco esperto e, anche con sofisticate elaborazioni meteorologiche è possibile individuare le aree più a rischio, ma non il punto preciso del loro innesco e dell’entità dei fenomeni. Si può prestare attenzione ai seguenti fattori che, normalmente, sono indicativi dello sviluppo di un temporale, osservando che le torri temporalesche possono avere uno sviluppo rapido (anche di 15-20 min.) e perdurare per un tempo altrettanto breve, oppure giungere ad imperversare per ore. I primi importanti segnali sono quelli visivi, dati dalla presenza di un cielo prevalentemente sgombero da nubi (in estate) ma che, in lontananza, è ricoperto da imponenti nuvoloni verticali che si elevano a forma di montagna o di torre. In questi casi, il temporale è interamente sotto il nostro campo visivo perché è distante, ma potrebbe innescarsi e mettersi in moto (se viene agganciato dai venti in quota), quindi è bene tenere sott’occhio le torri di vapore.
Nel caso in cui, sempre in presenza di cielo sereno, ci accorgiamo che vicino a noi ci sono nubi scure, basse e minacciose, è probabile che siamo già sotto un potenziale temporale (o sotto una torre di vapore in procinto di diventarlo), quindi in tali casi la situazione si fa più preoccupante ed occorre iniziare a mettersi al riparo. Il secondo segnale è generalmente il rinforzo del vento: un temporale è come un’enorme pompa che risucchia aria caldo-umida (presente al suolo) e la riversa fredda con le piogge, a seguito del suo passaggio. Pertanto, se notiamo il rinforzo del vento in una giornata calma e la vicinanza di nubi minacciose è probabile che il temporale si stia formando (aspirando aria calda) o che sia già in fase di dissipazione (riversando aria fresca al suolo). In entrambi i casi è necessario trovare riparo. Il terzo segnale è di tipo uditivo: il temporale, infatti, produce i fulmini ed è l’unico fenomeno atmosferico capace di farlo. Con la formazione del temporale inizieremo a sentire i tuoni e/o vedere le saette all’interno delle torri di vapore che svettano all’orizzonte e, anche se possono apparire lontane, non ci dimentichiamo che i fulmini positivi posso colpire anche a più di 40 km di distanza dalla base del temporale. Se ci si drizzano i peli delle braccia e/o i capelli, vuol dire che stiamo diventando carichi di energia positiva e rischiamo di essere colpiti da un fulmine anche a distanza, tuttavia tale fenomeno può non presentarsi, ma ciò non ci deve indurre alla tranquillità.
Per proteggersi dai fulmini è necessario trovare riparo in edifici chiusi o meglio ancora in macchina, avendo cura di non toccare il metallo del veicolo e di non usare apparecchiature elettroniche o lavandini. Se siamo all’aperto, invece, bisogna ricordarsi del principio che i fulmini colpiscono prevalentemente gli oggetti a punta e metallici (ma non solo), compresi ombrelloni, ombrelli, camini, ciminiere, tralicci dell’alta tensione, pali del telefono, ecc. Pertanto, se ci troviamo in una spiaggia o in un prato saremo un ottimo bersaglio ed è il caso di cambiare immediatamente riparo, senza però avvicinarsi ad altri oggetti appuntiti, poiché se venissero colpiti riverserebbero al suolo la scarica, colpendoci di conseguenza. Se siamo in montagna è bene rifugiarsi dentro una caverna (non al suo ingresso), oppure in mezzo a tanti alberi (foresta), poiché in tal caso non vi è un solo elemento appuntito e il rischio di essere colpiti si riduce. In tutti i casi, comunque, è fondamentale ricordarsi di non correre, di unire i piedi e di accovacciarsi al suolo. Il motivo è che più i piedi risultano distanti l’uno dall’altro, più si viene a creare differenza di potenziale che potrebbe essere determinate per la folgorazione. Unire i piedi, invece, favorirà la riduzione della differenza di potenziale e, accovacciandosi, si evita di formare una punta… bersaglio ideale per le saette. Infine, se il temporale incombe e non avete altro riparo se non quello di accovacciarvi, liberatevi degli oggetti metallici e scagliateli il più lontano possibile da voi. Per ultimo, ricordate che se una persona dovesse essere colpita da un fulmine può continuare a condurre corrente per qualche secondo, quindi avvicinatevi con cautela prima di prestare i dovuti soccorsi e ricordate che il temporale può continuare ad imperversare con il rischio della caduta di ulteriori fulmini.
Giovanni Sidari