Editoriali — 21 Dicembre 2014

Tra accenni di apprezzabili discese fredde e revisioni dettate da invadenze azzorriane il corso dei giorni che ci portano alla fine dell’anno non appare né cosi deciso e né così prodigo di configurazioni invernali da urlo. Se oramai appare indubbia una successione post natalizia di irruzioni nord-atlantiche se non artiche, l’idea di disegni da eventi freddi significativi risulta alquanto flebile e sfocata. I principali modelli, in tal senso e da giorni, non ci convincono. Hanno temporaneamente postulato buone visioni, ma prontamente e sempre ritrattate, per poi stabilizzarsi su un contesto generale di situazione mobile artico-marittima. Se l’anticiclone sub-tropicale del pacifico svolge il suo ruolo, ed orienta i soliti consueti travasi artici su canada ed usa, quello atlantico non mostra un grande desiderio di invadere i territori groenlandesi e rimane in balia del vortice polare. La conseguenza è quello che ci mostra questa mattina il modello ECMWF, che detta un colmamento oceanico ma non ancora un blocco deciso capace di grandi irruzioni permanenti. In questo modo dobbiamo accontentarci di una progressione stagionale fatta di afflussi freddi successivi, il primo intorno al giorno 27 ed il secondo in corrispondenza del fine anno, magari anche importanti, ma appartenenti ad una situazione, come già detto, mobile e tuttaltro che estrema. La figura, riferita alla configurazione del VP a livello emisferico del giorno 27 dicembre, mostra appunto l’onda fredda in mediterraneo centrale e l’onda successiva ancora sull’islanda. Su questa seconda rimangono, peraltro, ancora dubbi ed incertezze, sia sulla sua intensità che sulla sua effettiva influenza, che potrebbe essere ostacolata dalle azzorre o che potrebbe invece risultare diretta e di un certo effetto. Se il dopo ulteriore, riferito all’inizio del nuovo anno, vedrà il mantenersi di questa configurazione oppure saprà regalarci qualcosa di più importante, lo vedremo…
figura meteo 21dic14

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Pierangelo Perelli

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