Le ultimissime elaborazioni numeriche confermano l’impianto sinottico da noi anticipato in questo articolo. Il nucleo di aria polare marittima posto in essere da un vortice in avvicinamento dal nord Atlantico, tenderà ad approfondirsi al suo ingresso sul Mediterraneo sia in quota, per apporto di vorticità ciclonica testimoniato da una evidente flessione della tropopausa, sia a livello del mare, per le forzanti orografiche indotte dallo scavalcamento di Pirenei e arco Alpino.
Il flusso freddo inizialmente irromperà dalle porte del Rodano e di Carcassonne con venti di Ponente e Maestrale poi, seguendo lo spostamento del minimo principale dal mar Ligure al Tirreno centrale, inizierà a trafilare dalla porta adriatica della Bora. Ne deriva una confluenza stretta tra Ponente e Bora, che avverrà nella notte tra mercoledì 4 e giovedì 5 proprio a cavallo delle nostre regioni centrali, esaltando le precipitazioni che si accompagneranno al transito della perturbazione.
Emilia orientale, Romagna, entroterra toscano e laziale, Umbria, Marche e Abruzzo vedranno dunque calare per quella notte il limite delle nevicate sino a 300-400 metri. Nel corso della mattinata poi, la prevalenza dei venti di Bora darà modo alle precipitazioni di insistere per motivi orografici lungo il versante adriatico, quindi per l’intera giornata possibili ulteriori spruzzate di neve fino a 400 metri circa su Marche, Abruzzo, Molise, adiacenti settori appenninici di confine di Umbria e Lazio, neve che ritroveremo poi dal pomeriggio sulla Puglia e sui settori più interni della Campania tra 400 e 500 metri, tra 500 e 600 metri sul resto del sud e sulla Sardegna.
Luca Angelini