Editoriali — 06 Aprile 2015

Uno striscione portato da alcuni familiari delle vittime con lo slogan “il fatto non sussiste ma uccide” in riferimento alla sentenza della Corte d’Appello che ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi rischi. Poi altri che chiedono verità e giustizia dietro migliaia di persone che in silenzio sfilano con le fiaccole in mano. Così nel giorno di Pasqua di Resurrezione che coincide con il sesto anniversario del tragico sisma dell’Aquila, si è snodato il corteo per non dimenticare le 309 vittime che alle 3.32 della notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 sono rimaste uccise da una scossa che seminò distruzione causando 1600 feriti e 70 mila sfollati. In testa al corteo anche familiari di alcuni degli studenti stranieri che persero la vita la notte del terremoto: alcuni genitori di giovani scomparsi sei anni fa indossano una casacca con la scritta “il fatto no sussiste” con la data della sentenza della Corte e del terremoto.

Alla commemorazione che si sta svolgendo in un clima pungente, oltre a migliaia di cittadini ed esponenti delle istituzioni c’è il presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio. Insieme al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, c’è il primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, con i gonfaloni delle due città. Organizzato dai Comitati dei familiari delle vittime del terremoto, il lungo serpentone umano si è snodato da via XX Settembre (all’altezza del vecchio tribunale) ed è diretto in piazza Duomo, dove saranno letti i nomi dei morti e si udranno i 309 rintocchi delle campane della chiesa di Santa Maria del Suffragio (nota come ‘delle Anime Sante’) dedicati alla loro memoria. In corteo anche i rappresentanti di associazioni nate dopo altre tragedie, quali quella di Viareggio e della ThyssenKrupp. Associazioni riunite in un coordinamento che sempre domani si riunirà all’Aquila per mettere a punto il programma di un convegno nazionale su legalità e giustizia, che dovrebbe svolgersi a Roma.

“Credo che il clima sia cambiato. Il dolore oggi – ha detto il sindaco Cialente – viene vissuto in modo più raccolto, anche se per questa occasione ha influito la concomitanza delle festività pasquali. Ma la commemorazione del 6 Aprile deve diventare sempre di più un momento della storia di questa città. La presenza di persone come il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e di altre figure istituzionali regionali come quella del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, è un bel segnale. Non mi aspettavo la presenza di rappresentanti del governo nazionale per via della Pasqua”.

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