Con nostro stupore scopriamo che la temperatura massima letta nel corso del bollettino meteo è di gran lunga inferiore alle nostre aspettative. Subito storciamo il naso pensando che si tratti di un dato errato e che la temperatura massima vera sia stata ben al di sopra del valore esposto.
In parte abbiamo ragione! Le temperature riportate dai bollettini locali sono spesso rilevate negli aeroporti, che distano anche diversi chilometri dal centro cittadino. Di conseguenza la temperatura reale presente in città sarà sicuramente superiore di qualche grado rispetto ai valori cosiddetti “ufficiali”.
C’è però un altro fattore che maschera la sensazione di caldo percepita dal nostro corpo: l’umidità relativa dell’aria. Se la temperatura registrata nella nostra città risulta accompagnata da un alto tasso di umidità, la sensazione di calore che il nostro fisico avverte sarà molto più alta.
Il corpo umano non percepisce la temperatura dell’aria, ma la combinazione tra la temperatura e l’umidità, ovvero il cosiddetto “indice di calore”.
Come si calcola questo parametro? Esiste una curva, chiamata di Scharlau o volgarmente “curva dell’afa”, che associa la temperatura dell’aria con il valore dell’umidità relativa registrato in quel momento.
Ogni punto sulla curva rappresenta la temperatura che il nostro corpo realmente percepisce in un determinato momento. Per esempio, se nella nostra città la temperatura è di 29°, ma il tasso di umidità è al 90%, il nostro corpo avvertirà un indice di calore di ben 37,1°, con sudorazione eccessiva!
La stessa temperatura (29°), ma con un’umidità al 20%, il nostro corpo avvertirà un indice di calore di soli 27,5°, con quasi completa assenza di sudorazione. Da qui si evince l’importanza fondamentale che riveste il tasso di umidità della massa d’aria che staziona sulla nostra zona.