Ambiente, territorio & dissesti — 10 Settembre 2015

Pare che le nostre scelte siano sempre, tutte sbagliate. L’energia idroelettrica, per esempio: pulita, sì, ma avvelena il mare. Ecco come.

Il metilmercurio (CH3Hg), una potente neurotossina, è presente in concentrazioni elevate nelle aree marine artiche: un fatto che finora era di difficile spiegazione.

 

Adesso i ricercatori dell’Harvard John Paulson School of Engineering and Applied Science hanno proposto una spiegazione: la concentrazione della tossina è un sottoprodotto del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacci nelle regioni artiche e sub artiche.

 

Sono giunti a questa conclusione estrapolando i dati da una ricerca sul campo per studiare che cosa comporterà l’inondazione di una grande regione del Canada con l’apertura della diga Muskat, in Labrador, prevista per il 2017.

Sbagliamo sempre. L’elevata concentrazione di metilmercurio non è una conseguenza diretta del global warming, ma degli interventi e delle scelte che mettiamo in atto anche per mitigare l’aumento della temperatura terrestre. Nel caso in questione, è la conseguenza di ciò che comporta un bacino idroelettrico – ossia del ricorso all’energia idroelettrica, dov’è possibile. Succede infatti che l’inondazione di aree prima libere dall’acqua produce, al termine di una catena complessa di eventi, l’aumento di metilmercurio in mare.

La nostra ricerca di soluzioni “giuste” per l’ambiente provoca insomma comunque danni. Investiamo in energie pulite, rinnovabili, e anche con l’idroelettrico procuriamo danni all’ecosistema, in qualche caso addirittura superiori a quelli prodotti dal riscaldamento globale.

 

Complesse reazioni chimiche. Elsie Sunderland, ingegnere ambientale e autore della ricerca, ha studiato le acque di Lake Melville, dove scarica la diga. Lì ha trovato una quantità di metilmercurio non giustificabile in modo semplice.

 

In particolare, la tossina è concentrata tra uno e dieci metri dalla superficie. Secondo Sunderland, l’ultimo anello della catena di eventi che portano al metilmercurio è il plancton.

Fonte: focus.it

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